Secondo Episodio
L’indagine
Racconta Alexis:
Il putrido rimane sull’uscio, sembra guardarsi intorno. Torna indietro e sembra investigare su elementi del pianerottolo che paiono interessantissimi, almeno a lui. E’ chiaro che sta cercando qualcosa. Forse noi!
Evoco l’oscurità. Mi voglio avvicinare a lui ma mantenendomi nascosto.
Il tipo si gira e si dirige nuovamente verso l’ingresso dell’appartamento di Tuono, dico a Elena e Marshmallow di restare nascosti e lo seguo. Entro nell’appartamento e mi nascondo in un angolo buio, lui si gira e chiude la porta. Sono chiuso in casa con il putrido, nell’appartamento di un Changeling scomparso e i vigili del fuoco in arrivo. Forse sono stato un po’ impulsivo.
Ma la situazione evolve, mentre io sono occupato a nascondermi, perdo di vista il putrido e sento la porta chiudersi.
Mi guardo intorno, non sento niente, a parte le sirene dei vigili del fuoco, ovviamente. Il putrido se n’è andato. Fantastico! La situazione non fa che migliorare.
La casa presenta una situazione disastrosa. Radici e foglie dappertutto entro in quello che doveva essere uno studio e trovo, sulla scrivania un dossier che contiene moltissimi articoli che fanno riferimento ad un incendio avvenuto nell’Ottobre del 1977.
Cerco di ricordare ma l’agitazione non aiuta: il suono delle sirene si è fermato in un punto qua sotto, immagino siano arrivati i pompieri.
La sala non presenta niente che mi possa permetta di nascondermi.
Esco e mi butto nella camera da letto e, per un attimo, resto senza parole, è come se il tempo si fosse fermato, rimango impietrito.
Un uomo è sdraiato sul letto sembra addormentato o, più facilmente morto data la situazione.
Le piante e le ramificazioni che abbiamo trovato ovunque escono dal suo torace.
Credo di aver trovato Tuono.
Sento delle voci sul pianerottolo.
Mi risveglio dallo stato di trance in cui ero entrato.
Non sono quelle dei miei complici.
I vigili del fuoco incominciano a dare colpi alla porta.
Io, sempre avvolto dalle tenebre, apro la porta finestra ed esco sul balcone.
Un attimo dopo i pompieri sono nella stanza. Lo spettacolo non li lascia indifferenti.
Un pompiere esce correndo dall’appartamento, un altro vomita in un angolo della stanza.
Sbirciando dal balcone vedo che ne entrano altri che vedendo la scena si immobilizzano.
Devo riprendere quel raccoglitore, assolutamente.
Se penso che sono stati io a proporre di chiamarli!
Provo a spaventarli lancio una malia e, sempre avvolto nell’oscurità, apro improvvisamente la finestra e urlando e producendo versi gutturali, incomincio a procedere nella camera da letto.
Si scatena l’inferno grida e corpi che cadono inciampando gli uni negli altri.
In molti corrono vero la porta cercando di uscire. Sento urla e passi di corsa scendere le scale.
Sono di nuovo solo, corro nello studio, il raccoglitore è ancora sulla scrivania dove lo avevo lasciato. Che sollievo! Qualcosa forse comincia ad andare per il verso giusto.
Apro vari cassetti e armadietti ma non trovo nulla di particolarmente interessante.
Esco dall’appartamento di Tuono e cerco i miei compagni, nessuno.
Scendo fino al piano terreno e li trovo fuori dalla porta d’ingresso.
Torniamo alla macchina cercando di non correre e non dare nell’occhio.
Appena saliti in macchina Elena si mette alle guida e decidiamo di far ritorno da Ottone.
Mentre la macchina procede apro il raccoglitore e ci trovo diverse notizie sull’incendio, 67 morti.
Ci sono molti articoli, alcuni parlano di una strage, altri di un lutto che ha colpito tutta la città.
Un foglio non collegato agli altri è una lista di nomi stampata. Su molti c’è una linea, solo gli ultimi due non sono stati cancellati, uno è quello di Tuono l’altro non lo conosciamo.
Il luogo dell’incendio risulta essere stato un cinema in via del campo.
Ci sono molte fotocopie di collegamenti mistici e complottistici che mettono in relazione i triangoli della magia bianca e nera e l’incendio al cinema.
Arriviamo da Ottone, gli raccontiamo tutto. Lui sembra preoccupato. Ci chiede il foglio con la lista.
– Trrrrrr – Toc – Trrrrrr – Tic – “Questo si chiama Cancro” – ci dice, indicando il nome sotto a quello di Tuono. – Trrrrrr – Tac – Trrrrrr – Tac – “Fa parte della corte di Inverno, questo non è bello” – Trrrrrr – Tuc – Trrrrrr – Toc – “Ci saranno ripercussioni.”
Ottone ci chiede se sappiamo usare il computer e, vedendo che nessuno di noi è preoccupato, ci dice di collegarci ad Internet e fare delle ricerche sui siti pseudo-cospirativi che parlano dell’evento.
Lui, dopo aver consultato il dossier pensa che si sia trattato di un sacrificio ma non è sicuro, i fatti oggetto del dossier sono di parecchi anni prima.
– Trrrrrr – Toc – Trrrrrr – Tac – “Faccio anche io qualche ricerca, se è stato un sacrificio qualcuno potrebbe sapere qualcosa” – Trrrrrr – Tic – Trrrrrr – Tac – “una cosa così grande deve aver avuto una contropartita, faccio qualche telefonata”
La ricerca sui siti non porta a molto di più rispetto a quello che abbiamo letto nel raccoglitore trovato a casa di Tuono.
Improvvisamente rientra Ottone che ci chiede ulteriori dettagli sul nostro operato. Glieli raccontiamo e lui ci chiede allarmato, “Come li avete chiamati i pompieri” – Trrrrrr – Toc – Trrrrrr
“Con il cellulare che ci hai dato” risponde Elena.
Ottone incomincia ad emettere parecchi rumori metallici.
Poi improvvisamente ci dice: “Datemi il vostro cellulare”.
Lo prende, tira fuori il suo e li butta entrambi per terra e li distrugge pestandoli ripetutamente.
Apre il cassetto di una scrivania ne estrae altri due, ce ne dà uno e ci dice: “Con questo” – Trrrrr Tac Trrrrrr – “Chiamate solo me e nessun altro”.
“Presto dobbiamo andare, uscite subito, portatevi dietro il Dossier, ci vediamo alla Divina Commedia, è un pub, lo trovate in centro, a domani sera” – Trrrrrr – Trruc – Trrrrrr – Trrroc – “Presto fuori, fuori”.
Lui esce dietro di noi, poi pronuncia alcune parole e sentiamo, dietro la porta un enorme trambusto.
Scendiamo in strada. Ottone ci saluta e a passo molto svelto si allontana.
Ci guardiamo e decidiamo che anche per noi è venuto il momento di levare le tende, saliamo in macchina e partiamo. Destinazione: lontano da qui.
Guardiamo nello specchietto e vediamo l’appartamento di Ottone avvolto dalle fiamme.
Giriamo un po’ in macchina e alla fine decidiamo di recarsi sul luogo dell’incendio. L’indirizzo segnato sul dossier ci porta di fronte ad un cinema. Dopo l’incendio è quindi stato ricostruito.
Facciamo un altro giro. Io intanto continuo a leggere i documenti del dossier da cui risulterebbe che dalle parti del cinema, ma più probabilmente dentro al cinema, sia stato aperto un portale. Un altro documento riporta lo stralcio di un articolo il cui titolo è “Tragedia a Torino si contano 67 scomparsi ma ritrovati soltanto 27 corpi”. Leggendo l’articolo tra le ipotesi più disparato in merito al non ritrovamento dei restanti corpi troviamo le foto dei 40 che mancano all’appello.
Io e Marshmallow, ci fissiamo esterrefatti, uno dei corpi non ritrovati o apparteneva al gemello di Cancro o appartiene a lui.
I 40 corpi che mancano non sono bruciati, sono stati rapiti, è la nostra conclusione.
Torniamo al cinema e parcheggiamo l’auto.
Scendiamo e, con l’auto davanti osserviamo.
I manifesti dei film alle pareti sono in parte strappati, in parte scoloriti, alcune lampadine dell’ingresso sono fulminate.
L’ingresso sembra deserto, ma il cinema è aperto, alla biglietteria troviamo una donna.
Curioso alle due del mattino.
Andiamo vero la cassiera. Una signora sulla sessantina vestita in modo molto poco curato, bionda e un po’ sovrappeso, fuma una sigaretta e ci chiede: “Pensate di stare lì tutta la notte o volete entrare?”
“Ha visto gente strana da queste parti? Gente tipo questo qui” le chiede Marshmallow facendogli vedere la foto di Cancro.
La donna alza poco lo sguardo, poi ci fissa e dice “giovanotto ha presente la zona? Ma lei pensa che a quest’ora qualcuno di normale possa venire a in una topaia come questa? Mi faccia veder meglio quella foto”
Esamina la foto e ci dice che forse, e sottolinea forse, un tipo vagamente simile potrebbe anche essere entrato, ma tanto “quelli che vengono qui sono un po’ tutti uguali”, conclude.
La ringraziamo e facciamo per entrare ma la sua voce ci insegue: “Ragazzi, non dimenticate qualcosa? Sono 5 euro a testa”
Torna Elena indietro e paga.
Entriamo nel cinema.
Appena superato il foyer mi si rizzano i peli dietro al collo, è stato aperto un passaggio verso la Siepe nelle vicinanze, il bagno del cinema, hanno usato la porta del bagno!
Apriamo la porta e ci troviamo di fronte…
…ad un bagno, uno di quelli che necessiterebbe di una squadra di dieci persone, che lavorino un mese, per renderlo minimamente decoroso.
Deduciamo che la pulizia non sia uno dei compiti del mansionario della signora alla casa.
Ci consultiamo e decidiamo di seguire nella Siepe il fuggitivo.
Apro un varco, ci guardiamo, ognuno di noi ricorda molto bene quello che abbiamo passato di là e sappiamo cosa rischiamo.
Lo attraversiamo, e ci troviamo avvolti nell’oscurità, in lontananza sentiamo il pianto di un bambino, intravediamo una luce in lontananza. Lancio le tenebre introno a noi.
Ci dirigiamo verso la luce e, in una specie di grotta costituita da rovi e rami, vediamo Cancro che picchia un bambino e gli urla: “Taci maledetto, mi stai innervosendo, STAI ZITTO! Aspetta che arrivi e poi vedrai!”.
Appare un goblin che dice: “Ciao Cancro, vedo che mantieni le promesse, ti è piaciuto dunque quello che ti ho dato l’altra volta! Dammi il bambino, ecco le pallottole che mi avevi chiesto”.
Interveniamo. Sempre avvolti dalle tenebre io ed Elena ci lanciamo su Cancro mentre Marshmallow si occupa del goblin.
“Maledetto Cancro era una trappola!” sono le ultime parole che sentiamo dall’odioso goblin prima di scomparire.
Trasformo la mia mano in una lama e colpisco Cancro. A lui cade la pistola che teneva in pugno. Elena raccoglie la sua arma e gliela punta contro.
Prendo la pistola a Elena e continuo a tenere sotto mira, lei si occupa del bambino che è chiaramente sotto shock.
Usciamo dalla siepe con Cancro tenuto sotto controllo da Marshmallow e con il sottoscritto che gli punta la pistola alla schiena, Elena tiene in braccio il bambino che trema vistosamente.
Usciamo dal cinema, ci avviciniamo alla macchina, chiamiamo Ottone e gli spieghiamo l’accaduto. Lui ci dice di non muoverci.
Sono stanco, siamo molto stanchi.
Passano circa 30 minuti e arriva un furgone scuro, decisamente anonimo ma costoso, dal quale scendono quattro energumeni vagamente bluastri e una donna, la quale si avvicina a noi e ci chiede: “Sieti voi gli inviati di Ottone?”. Rispondiamo affermativamente. Lei ci stringe la mano e ci dice: “Grazie di tutto, siamo gli emissari della Corte d’Inverno, vi siete rivelati molto efficaci, non lo dimenticheremo, da qui però continuiamo noi, Cancro dovrà essere giudicato dalla sua gente”.
Si avvicina ad Elena pronuncia alcune parole e il bambino smette di tremare e pare addormentarsi in un sonno sereno.
“Gli ho cancellato i ricordi di questi accadimenti, ci occuperemo di restituire questo povero innocente”
Come sono arrivati scompaiono, noi risaliamo in macchina e, dopo aver vagabondato fino a sera, ci dirigiamo nel Pub che ci aveva indicato Ottone. Lo troviamo seduto ad un tavolo da sei che ci fa cenno di accomodarci.
“Siete stati molto bravi” Trrrrrrrrr-Tac “Non posso che farvi i miei complimenti” Trac-Tac “e riportarvi quelli della Corte di Inverno.” Trroorrrrrrr-Tac “Loro sarebbero molto lieti di accogliervi”.
Gli chiediamo cosa diavolo è successo e come è finito Cancro.
“E’ statao ucciso, naturalmente” Tic-Trrrr-Toc “gli assassini vengono sempre uccisi.”
Vedendo i nostri volti interrogativi ci spiega cosa è accaduto.
“Tuono, insieme ad altri, aveva stipulato un patto per cui,” Toc-Trrrr-Toc “a fronte di un grande sacrificio Torino sarebbe stata libera” Tuc-Trrrr-Tic “dalla frequentazione da parte di Fate e affini per un certo numero di anni” Tac-Trrrr-Tac
“Quaranta vittime per quaranta anni” Toc-Trrrr-Tic
“L’incendio ala cinema!” dice Elena.
“Esatto, l’incendio, 40 persone sono state inviate nel mondo delle fate e sostituite con 40 cadaveri” Tic-Trrrr-Tac
“Cancro era una di quelle persone”
“Ha cercato vendetta, era accecato dall’odio, ha torturato e ucciso Tuono” Tac-Trrrr-Tic “ma voi gli avete impedito di arrivare agli altri responsabili del” Toc-Trrrr-Toc “patto, le pallottole erano per loro”. Tic-Trrrr-Tic
“Lui non ce l’ha fatta, ma la Corte d’Inverno li andrà a prendere” Tac-Trrrr-Tac “uno ad uno e, credetemi, le pallottole sarebbero state meglio, molto meglio.” Toc-Trrrr-Tac
“Ora è venuto il momento del meritato riposo e queste cose ve le siete meritate” Tic-Trrrr-Tac
Dicendo queste ultime parole ci dà una busta nella quale ci sono documenti, dei soldi e un mazzo di chiavi.
“Le chiavi sono del vostro nuovo appartamento, la” Toc-Trrrr-Trac “pistola e la macchina le potete tenere” Tic-Trrrr-Toc
“Ancora complimenti e ora beviamo le nostre birre.” Trrrrrr-Trrrrrr-Trrrrrr