La Fondazione aveva contattato Aldo Maria Picozzi, Steven Starr, Alexandra Vassilieva e Solomon Kane
Ognuno di loro si è recato alla Fondazione su richiesta della stessa organizzazione:
– Aldo Maria Picozzi era venuto per ritirare il premio di 20.000$ per aver vinto nella categoria Miglior Blog personale
– Solomon Kane e Steven Starr avevano ricevuto una proposta per un contratto come agente sul territorio con un compenso di 40.000$
Una volta arrivati i quattro sono stati accolti, ospitati e, con molta, molta, calma, tatto e discrezione, ad ognuno di loro, singolarmente, è stato raccontato il vero motivo del loro invito/ingaggio.
In particolare che la Fondazione era al corrente di alcune loro abilità “speciali” e che la cosa veniva ritenuta molto interessante.
Tutti e quattro, come da prassi, hanno letto i loro fascicoli che contenevano tutte le informazioni che erano state raccolte su ognuno di loro prima del contatto e così sono venuti a sapere che erano stati tenuti sotto controllo da persone a loro vicine ma che, per ovvi motivi, non potevano essere rivelate.
Sono quindi stati edotti su cosa fosse l’Anomalia, quali fossero le organizzazioni che ne erano a conoscenza, chi dovevano temere e cosa si intendesse quando si parlava di ricorsioni e, per non far pensare di essere finiti in un covo di pazzi, si è provveduto a far vedere “qualcosa” di più tangibile e convincente, mostrando loro la ricorsione di Ardeyn.
La fondazione, per chi ne avesse avuto bisogno, mette a disposizione alloggi per potersi sistemare in caso non si fosse di Seattle.
Il terreno in cui sorge è di sua proprietà e prima ospitava un aeroporto, è molto vasto e comprende edifici e molti ettari di terreno.
Molti scienziati, gli viene detto, fanno parte dell’organizzazione e i loro studi spesso li portano in campi della scienza non ancora molto “documentati” e decisamente d’avanguardia.
Questo accadeva 24 giorni fa per Aldo Maria Picozzi, Steven Starr e Solomon Kane.
Alexandra Vassilieva, invece, è arrivata due giorni fa (era venuta per firmare un contratto di 30.000$ per uno spettacolo circense per una Charity NGO) e il suo percorso era quindi appena cominciato.
Alexandra viene presentata alle 3 nuove reclute e viene deciso che, mentre alcune persone si occuperanno di spiegarle cose che a loro sono già state dette.
Oggi il gruppo stava cominciando a frequentare un corso per imparare a creare effetti sinergici quando il corso viene interrotto da uno dei loro insegnanti e tutti vengono portati in una stanza per un briefing urgente.
Aldo Maria, Solomon, Steven e Alexandra sono, soli, in una sala con una decine di sedie, un tavolo ovale, un telefono e un proiettore.
Fuori si sentono voci concitate.
La porta si apre in modo abbastanza violento ed entra un uomo con un camice bianco che pare abbastanza alterato, sembrerebbe sotto l’effetto di alcolici, o almeno così, sentendo l’odore, pensano quelli a lui più vicini.
Si tratta di Lawrence Keaton, uno dei dirigenti della fondazione, Aldo Maria, Steven e Solomon ne hanno sentito parlare, è di stanza ai Laboratori Scientifici, il quale comincia a parlare in modo un po’ sconnesso.
“Benvenuti… Siete qui… già… siete qui… ah si, siete qui, perché ci sono… ci sono i mostri… no, non i mostri… ”
Entra improvvisamente una donna sui trent’anni che si avvicina all’uomo e, scusandosi con i presenti, si rivolge a lui “La prego dottor Keaton, venga via, venga con me, le avevamo detto di smetterla con l’alcol si sta facendo del male, Katy andrà su tutte le furie!”
L’uomo si rabbuia in volto e si fa accompagnare di buon grado dalla ragazza che uscendo mormora “Scusate ancora!”
Cala il silenzio, tutti si guardano incuriositi.
Alexandra prova a uscire dalla stanza per vedere dove vanno i due ma appena mette la testa fuori sente solo più la voce dell’uomo che pare lamentarsi in lontananza, devono avere preso qualche corridoio, perché dopo poco anche la
voce scompare.
La ragazza russa rientra e rompendo il ghiaccio e chiede “Ciao, io mi chiamo Alexandra, voi vi conoscete?”
Gli altri si guardano, Solomon non proferisce verbo, Steven e Aldo Maria si guardano e Steven “Ciao, tu sei la nuova immagino, tranquilla, non è certo la cosa più strana che ho visto qua dentro, io sono Steven”.
“Ciao io sono Aldo Maria, Lawrence in fondo è un brav’uomo ha solo un leggero problema con l’alcol, ma dovuto anche al suo lavoro in fondo” conviene Aldo Maria.
I minuti passano e i quattro che sono rimasti nell’aula cominciano a guardarsi in giro, qualcuno si alza.
Proprio in quel momento entra Katherine J Manners, la responsabile in capo della Fondazione
“Mi scuso per l’accaduto, questo non è certo lo stile della Fondazione” il suo volto fa trasparire una certa tensione “pur conoscendo i problemi di Lawrence, gli parlerò affinché nessuno debba più essere messo di fronte ad uno spettacolo del genere!”
“Ma veniamo a noi” taglia corto “La situazione è grave e abbiamo molto di cui discutere”
“Voi tre” dice indicando Aldo Maria, Steven e Solomon “vi conoscete già, lei invece” indicando Alexandra “si è di recente unita alla Fondazione è un’incredibile artista circense e viene dall’Estonia”
“Ho pensato che stando con voi il suo addestramento potesse essere più rapido, come vi dicevo, la situazione è grave e, seppur con molto rammarico, vi devo chiedere di aiutarci in modo operativo”
Fa una pausa.
“La situazione, come vi dicevo è grave, alcuni di voi sono qui da più tempo, altri” guarda Alexandra, “da molto poco, ma tutti voi avete in comune una cosa e, anche se non ve lo abbiamo mai chiesto, e mai lo faremo se non avete voglia di dircelo voi”
“Ognuno di voi è entrato in contatto più volte con quella che noi chiamiamo l’Anomalia. Ed è il motivo per cui voi siete qui”
“Ah! Non era per il premio?” dice Aldo Maria.
Katherine sorride “Diciamo che il premio è stato l’aiuto per farvi venire qui” dice.
“Questo avrebbe fatto parte del vostro successivo training, ma credo che dovremo fare un piccolo sunto, non so quanto abbiate origliato nei corridoi ma l’ultimo mese è stato agghiacciante, abbiamo dovuto intervenire insieme ad altre organizzazione come noi, qualcuno di voi potrebbe conoscere ad esempio l’OSR, perché un evento che normalmente è molto raro si sta verificando molto, troppo, frequentemente”.
Si ferma.
“Ma è meglio andare con ordine, prima vi devo spiegare una cosa altrimenti può essere difficile capire. Dall’Anomalia raramente e, di solito, senza grandi clamori, arriva qualcosa, qualcosa che non è di questo mondo”.
“Ecco, la frequenza di questi avvenimenti è cresciuto in modo esponenziale e così è stato anche per i loro effetti. Questo, al momento, è inspiegabile”.
“La popolazione ne sta venendo coinvolta e questo è male, sotto molti punti di vista”.
“A New York un palazzo è stato avvolto da gelatina arancione per tre giorni”
“A Detroit un Ent che sembrava essere uscito dal Signore degli Anelli, alto 9 metri ha camminato per la città producendo diversi danni”
“Grifoni volanti sono stati avvistati a Los Angeles”
“L’OSR ha usato i suoi canali per controllare la stampa e agire su internet ma la situazione è grave e il rischio di caos è imminente”
“Siamo ancora lontani da capire cosa provochi queste apparizioni ma sembra che questi fatti siano legati a soggetti Risvegliati, proprio come voi”
“Questo lo sappiamo perché, alcuni di loro li stavamo osservando, proprio come voi. Oggi non abbiamo più nessuna notizia di loro e siamo propensi a pensare che siano deceduti”.
“Se questa ipotesi venisse verificata sarebbe una cosa che mette in pericolo tutti, Risvegliati e non Risvegliati”
“Perché lo state chiedendo a noi? Siete messi così male?” chiede all’improvviso Solomon
“Si, Solomon, hai ragione, come vi dicevo la situazione è gravissima, e per questo siamo arrivati a coinvolgere voi prima di quanto sarebbe stato giusto farlo”
“Non siamo messi male nel senso che non abbiamo le competenze per venire a capo della situazione, lo siamo perché tutte le squadre sono al lavoro per risolvere le diverse situazioni che, nel mondo, si stanno verificando. Questo è il motivo anche dell’insolita collaborazione tra le diverse organizzazioni”
“Quindi ci sta chiedendo di andare ad indagare su un cubo gelatinoso a New York, un albero semovente a Detroit e i grifoni a Los Angeles?” Chiede Aldo Maria
“No, quello sarebbe troppo pericoloso, e poi a me è venuta un’altra preoccupazione ed è relativa agli altri Risvegliati che stiamo tenendo d’occhio, e quindi ho chiesto ad alcune squadre di agenti esperti di coordinare delle squadre di reclute in operazioni più semplici, operazioni di estrazione, per aumentare la nostra capacità di intervento”
“Ma ho vi ho ammorbato per troppo, è meglio che ve lo faccia spiegare da alcuni compagni che stanno studiando il problema da più tempo”
Tocca un dispositivo che ha vicino all’orecchio “Potete entrare” dice.
Entrano tre persone che vengono riconosciute come personale della Fondazione, Aldo Maria Picozzi, Steven Starr e Solomon Kane li hanno visti girare per la Fondazione ma li considerano una squadra di agenti operativi sul territorio (non solo quello terrestre…), quindi diversi dal personale amministrativo.
“Per chi non li conoscesse vi presento Aliky, Adrian, Carl, a te la parola Aliky” dice Katherine.
Carl è un uomo molto muscoloso, alto quasi due metri, nero, capelli molto corti e occhi marroni ha una pistola sotto il braccio destro e una katana dietro le spalle. Entrando si slaccia la katana e l’appoggia al muro.
Adrian è un bianco caucasico, ha un fisico molto in forma ma non muscoloso come Carl, ha un’aria allegra e scanzonata, non ha armi a vista.
Aliky è una ragazza con gli occhi a mandorla, sul metro e settanta, ha lunghi capelli bianchi e azzurri, la pelle molto chiara e gli occhi di un azzurro glaciale quasi trasparente.
Adrian consegna due cartelline a tutti i presenti.
“Ciao a tutti, noi siamo la squadra che vi coordinerà da remoto e sul campo, io resterò qui perché le mie capacità serviranno in loco ma resterò in contatto con voi tramite Adrian e Carl che invece verranno con voi”
Interviene Carl “Le cartelline che vi abbiamo dato sono relative a due soggetti che avremo il compito di portare qui, i loro dati sono nei documenti, noi ci divideremo quindi in due squadre, in una ci sarò io e nell’altra Adrian. Domande?”
“Maggiori informazioni” chiede Aldo Maria
“Armi necessarie?” dice Solomon
“Tutte le informazioni sono nei due report, leggete quello di vostra competenza e il resto lo discuteremo in viaggio” interviene Adrian.
“Durante le estrazioni non è previsto l’uso di armi, ma data la situazione vi forniremo armi e attrezzatura come se si trattasse di un’operazione a maggior grado di rischio” dice Katherine.
“Cos’è l’OSR?” Chiede Solomon
“L’OSR è un’organizzazione militare che con modalità diverse dalle nostre si occupa dell’Anomalia, noi poi siamo civili” dice Katherine.
“Quindi sotto il governo degli Stati Uniti?” replica Solomon.
“Si, e in parte, fa riferimento alle Nazioni Unite” risponde Katherine.
“E sono buoni o cattivi?” incalza Solomon.
“Sono militari” gli risponde nuovamente Katherine “rispondono agli ordini, quindi dipende da chi glieli dà”.
Quando Katherine parla dell’OSR ci tiene a sottolineare il distacco da loro ma non traspare nessun sentimento di rancore o di disprezzo.
“Dove saranno le estrazioni” chiede Katherine.
“Chi dobbiamo estrarre?” chiede Solomon.
“Ecco” interviene Katherine, “prima di darvi tutte queste informazioni è necessario capire se ve la sentite e accettate, sono cosciente che stiamo effettuando una forzatura, e per questo che mi sento obbligata a chiedervi se volete accettare”.
“Ok, niente dettagli personali sulle persone da estrarre ma in cosa consiste di preciso un’estrazione?” chiede Aldo Maria.
“La vostra estrazione e la maggioranza delle estrazioni, nella Fondazione, viene operata attraverso i premi e le offerte di lavoro” risponde Katherine
“Quindi ci date una borsa piena di soldi?” dice Aldo Maria
“No, non vi daremo una borsa piena di soldi, di quello ce ne occuperemo noi dopo, voi dovrete andare lì e convincerle ad unirvi a voi e convincerle che sono in pericolo” risponde Katherine “Stiamo impiegando così tante squadre per le estrazioni perché sono tutti in pericolo. Ah! Anche l’OSR sta facendo la stessa cosa, immagino”.
“Lavoreremo con loro?” dice Solomon
“No” risponde Katherine “abbiamo un accordo, ognuno si occupa dei suoi, così non ci pestiamo i piedi e non avvengono cose spiacevoli, mi sentirei quindi di escludere il loro coinvolgimento ma, nel caso, saranno collaborativi”
“State cercando di fare un piano di salvataggio di massa senza che la massa se ne accorga” dice Steven.
Aliky e Katherine i guardano e sorridono e Aliky dice “Si, più o meno quello che facciamo sempre in effetti”.
“Già sembra essere nel DNA stesso della Fondazione” conclude Katherine
Alexandra dice di accettare la missione.
“Io ho scoperto più oggi che in una vita di ricerche quindi se la Fondazione può aiutarmi a scoprire la verità su quanto mi è accaduto io sarò ben felice di farne parte” dice Steven.
“Cercare la verità è quello che facciamo qui alla Fondazione” gli risponde Katherine.
“Perfetto, contatemi allora!”
Aldo Maria esprime dei dubbi sulla capacità di persuadere le persone da estrarre.
Solomon gli risponde “Gli puntiamo una pistola alla testa e li portiamo qui, poi si vede”.
Katherine alza gli occhi al cielo “Questo è il motivo per cui sarete accompagnati da un senior, lui cercherà di trattare, voi gli farete da supporto”.
Aldo Maria espone i suoi timori sul fatto di non essere in grado di affrontare una delle minacce accadute a New York o a Detroit o a Los Angeles.
Katherine lo tranquillizza dicendogli che le estrazioni più potenzialmente più pericolose sono state affidate a personale molto più esperto e, facendolo, indica la i componenti della squadra di tre persone che l’accompagna.
“Queste estrazioni stanno avvenendo in tutto il mondo, capirete quindi lo sforzo che ci troviamo ad affrontare” conclude.
Anche Salomon e Aldo Maria accettano di scendere in campo.
Aliky prende la parola: “Abbiamo studiato le vostre caratteristiche e quindi abbiamo pensato di comporre le squadre in questo modo: Aldo Maria Picozzi, Solomon Kane con Carl andranno a Vancouver per l’estrazione di Norma Baker, una ex ricercatrice universitaria, biochimica.
Faceva ricerca sui biocatalizzatori ma il suo progetto è stato chiuso. Ha cercato di portare avanti la sua ricerca in un ente privato fuori orario di lavoro. Purtroppo qualcosa è andato storto e c’è stato un incidente. Un’esplosione. Lei ne è uscita con parecchie escoriazioni e una seria commozione cerebrale.
E’ stata ricoverata in ospedale, apparentemente illesa ma in coma, per un mese poi, improvvisamente, si è svegliata.
Dalle cartelle emerge lo stupore dei medici.
I suoi ricordi sono ancora sfilacciati. Non risultano parenti, ora è a casa e sta cercando di ricostruirsi una vita, tiene sporadiche lezioni all’università che un suo amico docente, preoccupato per quello che le era accaduto, le ha assegnato.
Voi andrete a Vancouver in elicottero, lo piloterà Carl”.
Fa un pausa: “La seconda squadra sarà composta da Alexandra Vassilieva, Steven Starr e Adrian rimarranno qui a Seattle per l’estrazione di Jerry Fletcher, un uomo colpito da un grave lutto.
Tornato da lavoro ha trovato la moglie e i due figli uccisi, il colpevole non è mai stato trovato e l’indagine è stata chiusa, lui è diventato molto paranoico.”
“Il caso della famiglia Fletcher, ricordo, se ne parlava quando ero all’FBI, pare che il marito sostenesse di avere visto dei mostri” dice Steven
“C’è da aspettarsi una discreta resistenza” continua Aliky, “era un banchiere, oggi non più, lo erano anche i suoi genitori, e quindi è in grado di accedere a ingenti fondi. Sappiamo che ha acquistato molto materiale per rendere la sua casa una specie di fortino. Ha molte armi.
Voi andrete con un Van.
Sulle schede avete i dati per trovare i vostri obiettivi.
Io resterò qui e vi farò da coordinamento per le operazioni, purtroppo non mi posso distaccare perché faccio parte di un Think Tank congiunto tra i diversi enti per cercare di capire la natura delle apparizioni”.
“Sono due casi molto diversi, per Norma ci è proprio solo mancato il tempo, l’avremmo chiamata qui con il solito modo dell’ingaggio o del premio, per quanto riguarda Jerry invece, stavamo ancora pensando sul come agganciarlo, è molto sfuggente” interviene Katherine
“Grazie a tutti”
La riunione si chiude.
I due gruppi vengono accompagnati da Carl e Adrian all’ufficio infrastrutture e asset dove incontrano Al.
Al dà ad ognuno di loro smartphone, armi e attrezzature varie a Alexandra, Steven, Aldo Maria e Solomon e, mentre compila i documenti necessari, Adrian e Carl si spostano in disparte, poi si stringono la mano e si salutano.
Il responsabile dell’ufficio dice a tutti di aspettare un attimo e di non fare troppo casino.
Si mette alla scrivania e fa una telefonata: “Ciao Steph, mi fai mandare su quattro Curativi, uno Stim, un Analettico, e un Accresci riflessi? Grazie”
Poco dopo si sente bussare e vengono portati una serie di oggetti:
Al li prende e, uno ad uno li consegna a tutti.
“Un momento di attenzione” urla Al
“La lattina (Stim) ti aiuta quando si vuole tentare un’azione fuori dal comune” dice ad Aldo Maria
“Questo copricapo con diversi cavi (Accresci riflessi) accresce i tuoi riflessi, si, lo so, è inguardabile, ma po’ rivelarsi molto utile, funziona per un’ora” dice a Solomon
“Quattro pastiglie blu (Curativo) che ripristinano la salute fisica” dice a tutti
“Questo cilindretto di plastica con il liquido dentro (Solvente universale) serve a sciogliere qualunque superficie, fai attenzione” dice ad Alexandra
“La manciata di pillole verdi (Analettico) servono ad aumentare l’agilità, devi
prenderle tutte insieme” dice a Steven
I gruppi si dividono, Adrian saluta Carl, gli fa l’occhiolino e si dirige con Steven e Alexandra ai garage della Fondazione.
Carl invece dice a Solomon e Aldo Maria di seguirlo agli ascensori.
Arrivati sul tetto Carl sale su un elicottero da quattro posti, Solomon gli siede a fianco e Aldo Maria mal celando la tensione si sistema in uno dei due posti dietro.
Carl si volta e gli chiede “Hai già volato prima su un elicottero?”
Aldo Maria fa un cenno di diniego con la testa.
“Tieniti” gli dice Carl, sogghignando.
Segue un decollo verticale molo rapido accompagnato da alcune urla che provengono dai sedili posteriori.
VANCOUVER
Arrivati a Vancouver, una volta che Aldo Maria ha riguadagnato il suo colorito, i tre salgono sulla macchina che era stata lasciata all’aeroporto e si avvicinano al quartiere in cui si trova la casa del loro obiettivo.
Il paesaggio mostra il classico agglomerato di villini familiari con giardino, sembra una zona tranquilla.
Intanto, a casa sua Norma, in pigiama, si sta dando lo smalto alle unghie dei piedi mentre guarda la tv e sta cercando di non pensare al consueto incubo che ha ricominciato a perseguitarla.
“Forse dovrei ricominciare a prendere quelle dannate pasticche, maledizione, se non mi rincoglionissero così tanto!” pensa,
Mentre è assorta in questi pensieri sente il campanello di casa suonare.
Plin Plon
“Ma porca, come al solito” dice sottovoce.
Va, zoppicando a casa dei dischetti di cotone intorno alle dita dei piedi, a sbirciare dalla porta e vede tre persone che, a una prima occhiata sembrano esattori delle tasse oppure mormoni ma, gli occhiali scuri le fanno pensare ai federali dei film.
“Persone non interessanti, e poi non sto aspettando nessuno, se ne andranno” pensa e torna a guardare la tv.
Plin Plon
Loro suonano di nuovo.
“Ripasseranno” pensa mentre sprofonda nella poltrona e ricomincia a darsi lo smalto.
Dopo un po’ le pare di sentire un rumore venire dalla porta sul retro, come un grattare sul legno.
Ora Norma è spaventata, afferra il telefono e compone il numero delle emergenze.
“Buongiorno, come posso aiutarla?” dice il centralino
“Buongiorno, mi chiamo Norma Baker e abito a Vancouver in 7432 Hawthorne Terrace, Burnaby, qualcuno sta cercando di entrare in casa mia dal retro!” dice con una voce molto preoccupata!
“Stia tranquilla, prenda con sé un coltello e si nasconda, le mando subito una volante”
“Ok, ne ho tre davanti alla porta principale e qualcuno che sta provando ad entrare dalla porta sul retro… sono circondata… fate presto” sussurra al telefono
Norma si chiude nell’armadio a muro del pian terreno e sente che la porta sul retro ha ceduto, sente dei passi e poi anche la porta principale si apre.
“Sono entrati in casa non posso più parlare” dice con un filo di voce al telefono.
“Cercala, sappiamo che è in casa” sente dire da una voce.
“Ok” sente dire da un’altra voce.
Le voci sono più di due, sente i passi di diverse persone e qualcuno chiude la porta principale.
Alcuni di loro si fermano davanti all’armadio e Norma sprofonda cercando di coprirsi con quanti più indumenti possibili.
Altri salgono al piano superiore.
“Qui non c’è nessuno” urla uno da sopra
SEATTLE
Il Van bianco su cui viaggiano Adrian, Alexandra e Steven è attrezzato con molti dispositivi, ci sono anche diverse armi.
Quando raggiungono l’indirizzo dell’abitazione di Jerry, Steven vede la casa in lontananza “Ma un banchiere vive in un cesso di casa come quella?”
“Già, come ti dicevamo lui ha venduto tutto e ha comprato questa casa, brutta ma molto difendibile, è un personaggio complicato” Adrian che intanto sta rallentando.
Adrian ferma il furgone ad una 20 di metri e, sottovoce, dice agli altri due “Non siamo soli, temo fermatevi” dice agli altri due che stavano per scendere e indica due macchine con vetri oscurati parcheggiate di fronte alla casa di Jerry.
“Ho la sensazione che abbiamo vinto noi quelli dell’OSR, quelle sono le loro macchine, nell’eventualità fate parlare me” conclude.
Plin Plon
Jerry sente il campanello di casa sua suonare.
Guarda sul telefono collegato alle telecamere esterne e vede tre uomini vestiti di nero di fronte alla porta di casa sua e altri tre che si stanno muovendo furtivamente vicino alla sua macchina e nel giardino sul retro.
I tre dentro il furgone osservano alcuni uomini sul pianerottolo e altri che si avvicinano alla macchina parcheggiata a fianco alla casa.
Adrian chiede ad Aliky “Qua ci sono i tizi dell’OSR che facciamo?”
La risposta di Aliky risuona nel furgone: “No Adrian, impossibile, nell’area non è prevista nessuna azione dell’OSR”
“Finiscila Aliky sono loro, riconoscerei le loro macchie a km di distanza e ora ne ho due davanti a meno di venti metri e, almeno quattro di loro, stanno convergendo sul nostro obiettivo” replica Adrian
Aliky insiste “Non ci sono operazioni dell’OSR in quella zona, sono in contatto con loro me lo hanno appena confermato”
“Bene” risponde Adrian “Abbiamo i cosplayer dell’OSR con le macchine dell’OSR che giocano a fare l’OSR con il nostro obiettivo, fico, e noi che facciamo?”
“Procedete immediatamente all’estrazione, quelle persone non sono dell’OSR, Ripeto, non sono dell’OSR!” dice in tono perentorio Aliky.
Adrian guarda gli altri due: “Io non so che cosa stia succedendo ma noi restiamo qui a guardare quello che succede, per mia esperienza questi sono dell’OSR e, sempre per mia esperienza quelli dell’OSR sono armati e pericolosi, dovremmo collaborare ma, visto che loro sembrano negare, voi, se non ne avete già una, prendete un’arma”.
Intanto dei tre davanti alla porta della casa di Jerry uno si stacca e torna verso la macchina, apre il bagagliaio ed estrae quello che sembra essere un piede di porco.
Torna dai suoi compagni e, poco dopo una potente esplosione scaglia i loro corpi a diversi metri di distanza.
Il furgone viene scosso dallo spostamento d’aria i suoi tre componenti sono allibiti.
“Ma porca puttana!” urla Adrian “cosa è stato?”
Non riesce a finire la frase che un furgone nero molto simile a quello su cui sono i tre della Fondazione arriva a tutta velocità e frena all’improvviso davanti a loro, il portellone si apre e ne escono 25 persone in assetto da guerra con fucili pesanti, caschi e giubbotti anti-proiettile.
Adrian si abbassa sul sedile e sussurra “state giù e non emettete un fiato!”.
Steven, con un filo di voce chiede ad Adrian “ma il nostro furgone è anti-proiettile?”
“No, questo no” risponde lui “però ha il wi-fi” conclude lui strizzando l’occhio
Intanto alcuni degli uomini scesi dal furgone si introducono in casa altri si sincerano delle condizioni di quelli caduti a seguito dell’esplosione.
“Ma non abbiamo neanche i giubbotti che hanno quelli là” sussurra Alexandra indicando alcune delle persone scese dal furgone nero.
“Ah! Si, quelli si, anzi incominciate a metterli, li trovate in fondo al furgone” gli risponde Adrian.
Ricominciano le esplosioni, pare che il giardino sia minato, altri soldati restano a terra.
Steven chiede “Ma noi che facciamo, non interveniamo?”.
“Mah, per come si stanno mettendo le cose, io rimarrei qui, mi pare che il problema si stia risolvendo o, quantomeno ridimensionando, da solo. La domanda che mi pongo ora è più, come faremo a parlare con Jerry?” risponde Adrian.
Si sentono rumori provenire da dentro la casa, speri e urla, poi un uomo esce improvvisamente dalla casa ma pochi istanti dopo viene coinvolto dall’ennesima esplosione e il suo corpo viene proiettato diversi metri più avanti.
Intanto Alexandra si è messa il suo giubbotto anti-proiettile “Come mi sta?” chiede.
VANCOUVER
Norma, chiusa nell’armadio decide di attivare lo streaming e inviarlo al suo amico all’università “Ci sono delle persone che si sono introdotte in casa mia…” sussurra.
Intanto Carl riceve una comunicazione da Aliky che condivide con gli altri:”Fate attenzione, Norma ha chiamato il numero di emergenza denunciando l’ingresso di uomini in casa e chiedendo aiuto e ci è anche stato comunicato da Adrian che ci sono delle persone che si stanno facendo passare da personale dell’OSR, ma l’OSR assicura di non avere nessuna operazione in corso né da Adrian né da voi quindi se li incontraste anche voi non consideratali, ripeto non considerateli, dell’OSR, ma cercate di capire che sono, non ammazzateli a meno che non ne siate proprio costretti, chiaro?”
Carl vi indica una macchina e un furgone “Quelli sono di sicuro dell’OSR” poi dopo un attimo di silenzio “o di quelli che si vogliono far passare per loro”.
Ferma l’auto. La porta della casa di Norma è spalancata, ovunque regna il silenzio.
Scendono dall’auto e Carl, guardandosi intorno, dice agli altri due di stare dietro di lui, intanto Solomon squarcia le ruote del furgone e dell’auto.
“Ottima iniziativa” gli dice Carl e i tre si avvicinano all’ingresso.
Dentro casa Norma si è ricoperta di indumenti e biancheria per nascondersi.
La porta dell’armadio viene aperta improvvisamente e una delle persone che si sono introdotte sta guardando in giro.
Il -PING- di un dispositivo elettronico si fa insistente
“Signorina Norma Baker può per cortesia uscire di lì?” sente dire da uno degli uomini.
Norma esce e improvvisamente scatta una foto al tipo che ha parlato “Complimenti ora la tua foto è stata inviata via streaming ai giornali, sei contento?”
“Va bene signorina” risponde lui.
“Guardi che sto filmando” insiste Norma.
“Scendete, l’abbiamo trovata!” urla un altro ai suoi compagni che erano saliti al piano di sopra.
“Ma vi sembra il caso di introdurvi così in casa della gente” dice Norma.
“Ha presente quando qualcuno vie…” prova a dire l’interlocutore della ragazza ma viene da lei interrotto “Ha presente che avete commesso un reato?”
Il tipo si volta e chiede ad un altro “L’addormentiamo o andiamo avanti così?”.
“Così commettereste un secondo reato!” urla Norma alla sua nuca.
“Signorina, forse non le è chiaro che noi stiamo cercando di evitare che lei venga uccisa” replica in modo perentorio il tipo.
“Uccisa?” dice con voce tremolante Norma.
“Si, perché le stanno dando la caccia” gli dice lui.
Improvvisamente, sull’uscio di casa appare un nero con un abito scuro che chiede “Scusate, ma voi siete membri dell’OSR?”.
Tutti si voltano nella direzione del nuovo entrato.
Solomon, sbirciando da dietro la schiena di Carl vede 5 individui dotati di auricolare e armati che sono chiaramente e incontrovertibilmente degli agenti e pensa “A chi ho bucato le gonne?”
Le persone dentro alla casa sono visibilmente spiazzate fino a quando non appare Aldo Maria che, mostrando il primo distintivo in suo possesso che possa avere un aria di ufficialità dice “Se serve noi siamo di quest’altra associazione, vedete il distintivo?”
Ridestati dall’intervento di Aldo Maria tre di loro mettono mano alle armi e cercano un posto per coprirsi mentre due cercano di afferrare Norma.
Lei si divincola ma poi, spaventata si fa portare via da loro, che si dirigono verso la porta sul retro.
Intanto Solomon si sta chiedendo perché i due loschi figuri stiano cercando di uscire dal retro quando le loro macchine le hanno davanti.
Carl entra in casa, si lancia dietro ad un divano e spara ad una delle persone che stanno portando via Norma.
La persona colpita da Carl cade urlando a terra, sia Aldo Maria, sia Solomon vedono che dove è entrato il proiettile la pelle sta sfrigolando.
Solomon spara a quello che sembrava il capo ma lo manca.
Aldo Maria si guarda intorno, urla a uno di quelli che è vicino a Norma “Lasciala la stai rapendo!” lo indica e con un Eccezione lo fa accasciare.
La persona identificata come il capo spara e colpisce Solomon che cade in ginocchio, il giubbotto lo ha protetto ma è comunque ferito.
In due sparano verso Carl ma non lo colpiscono perché è protetto dal divano.
Norma afferra la pistola di uno dei due che erano vicini a lei e, stando bassa, esce dalla porta sul retro.
Solomon vede che Norma sta fuggendo dal retro e decide di fare il giro da davanti alla casa per bloccarla tagliandole la strada.
Carl urla a Aldo Maria “Sparisci” e detto ciò si lancia fuori dalla casa dall’ingresso di servizio, in modo da inseguire Norma.
Aldo Maria, che era sull’ingresso, fa un passo indietro.
SEATTLE
Jerry, che intanto si è spostato nella sua stanza dei bottoni, due livelli sotto la casa, vede sui monitor che ci sono due persone in assetto da guerra, una delle quali è ferita, in casa, mentre altre quattro sono fuori sul retro ma queste sono in abiti tipici da federali, hanno tirato fuori della strumentazione che Jerry riconosce essere dei rilevatori.
Pigia un pulsante sulla sua console e il pavimento si riempie d’acqua, ne pigia un altro e una scarica di 15.000 volt.
Fuori dalla casa Alexandra fa un palloncino a forma di cuore e lo fa salire in aria mentre Steven, con uno specchietto, in codice morse, su un vetro della casa comunica Bug out che in gergo militare, secondo lui, significa sganciarsi dal bersaglio e fare rotta verso una zona sicura.
Adrian è confuso, guarda Steven e gli dice “Ma Jerry è un ex-bancario”.
Jerry vede dai monitor che mentre un palloncino rosa sale un tizio da una macchina sta facendo delle luci con uno specchietto, capisce che il linguaggio è morse ma cosa possa significare Bug out è tutta un’alta questione.
Mentre se lo sta chiedendo cerca i due che aveva tentato di friggere ma ne trova solo uno morto, l’altro è in piedi nell’atrio.
Intanto Adrian, con mosse agili si avvicina alla casa.
Steven e Alexandra lo vedono e sta letteralmente camminando sui cadaveri per arrivare all’uscio di casa, apre la porta.
Jerry vede la scena sui monitor e osserva che non appena il nuovo arrivato vede il soldato che non è riuscito a friggere, si nasconde immediatamente.
La cosa lo fa pensare.
Il soldato sopravvissuto, non vede il nuovo arrivato e sta parlando con qualcuno, Jerry lo vede ma non riesce a sentire cosa dice.
Jerry ricontrolla tutti i monitor cercando altre minacce ma vede che, nel retro ci sono solo i soliti quattro che stanno facendo molta attenzione a dove mettono i piedi e davanti sembrano tutti morti.
Alexandra e Steven sentono le sirene in lontananza.
Decidono di passare da dietro e, senza toccare nulla e facendo attenzione a cosa pestano si spostano.
Appena arrivati oltre la macchina parcheggiata a fianco della casa, vedono delle persone che si muovono sul retro, sono talmente attenti a guardare il terreno che i due non vengono visti.
Jerry vede un messaggio che gli appare sul computer che dice:
Jerry ricorda che quando era banchiere era stato invitato a diversi happenning e conferenze de La Fondazione e la conosce come un ente benefico interessato ad accrescere la cultura attraverso la scienza e le arti, dona parecchi soldi in borse di studio, finanziamento di progetti e pubblicità.
Ricorda anche di aver partecipato a sponsorship per le loro attività e la associa a qualcosa di positivo ma si chiede cosa diavolo c’entri ora.
Si sta chiedendo inoltre se quelli che ha ucciso fossero quelli a cui si riferisce il messaggio e le ricerche del termine Bug Out lo hanno portato ad uno zaino per missioni di sopravvivenza.
E’ sempre più confuso.
Si sentono dei colpi di arma da fuoco provenire dall’interno.
Alexandra e Steven sono sorpresi.
I quattro uomini corrono dalla parte opposta della coppia della Fondazione.
Jerry vede sul monitor Adrian che ha ucciso l’ultimo individuo in assetto da guerra e ora sta facendo attenzione a non toccare l’acqua, vede i quattro convergere verso la porta sul retro e dei due che giocavano con i palloncini e gli specchietti vede solo i piedi, un paio di scarpe da ginnastica e in paio di scarpe rosa con i tacchi.
il ping del computer annuncia in altro messaggio che appare su suo computer:
Jerry risponde:
La replica della Fondazione:
Jerry:
Adrian comunica a Steven e Alexandra: “Quando ve lo dico entrate”.
Alexandra gli dice che si sentono arrivare delle sirene.
“Si, lo so” risponde Adrian..
La Fondazione:
Tutte le luci dei monitor si spengono.
Adrian dice “Entrate immediatamente”.
Alexandra e Steven corrono dentro usando la stessa tecnica di Adrian.
Entrano e lo vedono su un divano che gli indica l’acqua “Fate attenzione all’elettricità”.
VANCOUVER
Norma sta scappando sul retro della casa si allontana dalla porta e si acquatta con la pistola puntata, intanto sente una macchina, in fondo al vialetto, frenare rumorosamente.
Carl, che l’ha seguita, si ferma e le urla “Signorina Norma Baker la smetta di scappare, siamo qui per aiutarla!”
Norma non risponde.
Aldo Maria chiude la porta, la tiene chiusa e telefona ad Aliky chiedendo di chiamare Norma e dirle che gli aiuti che lei aveva chiesto sono arrivati e stanno cercando di porla in salvo “magari facendo la nostra descrizione” conclude.
“Ottima idea Aldo Maria” risponde Aliky “Ci stiamo provando da un po’ ma non c’è nessuna risposta, deve aver fatto cadere il cellulare”
“Avvisate Carl di utilizzare questa scusa” risponde Aldo Maria
Intanto quelli dentro sparano contro la porta ma senza colpire Aldo che la blocca.
Carl ha ben altri problemi a cui pensare, ha visto Norma sdraiata nell’erba con una pistola ma ha anche visto che dalla macchina che ha frenato sono scesi tre tizi.
Decide quindi di concentrarsi su di loro e gli spara e, facendo ciò, spera che Norma capisca che sono dalla sua parte.
Solomon finisce il giro della casa e vede i due tizi che sparano a Carl e Norma stesa nel prato pronta a sparare.
Norma spara a Carl e non lo prende ma Carl le urla: “Siamo quelli che hai chiamato, smettila di spararci addosso!”
Norma è sempre più nel panico ora è sicura che anche la sua richiesta di aiuto sia stata intercettata.
Carl spara a uno dei due e quello si accascia.
Aldo Maria lascia la porta di colpo e corre verso Solomon.
Norma dopo aver sparato cerca di rotolare in un cespuglio poco distante.
SEATTLE
I tre della Fondazione si mettono a cercare Jerry, Adrian è sicuro che uno come lui si sia barricato in una sorta di panic room.
Detto questo tira fuori un dispositivo e lo passa sulle pareti.
Trova una porta segreta nello sgabuzzino delle scope.
Si mettono a cercare il sistema per aprirla.
Alexandra prende una foto di famiglia appesa sul muro del corridoio.
Lo sgabuzzino ha un armadio a muro e diversi scatoloni.
Spostano le scatole ma non trovano niente, aprono l’armadio, tolgono i vestiti e colpendone il fondo sentono un rumore diverso.
Cercando e tastando intorno alla cornice si apre una porta che mostra una scala che scende.
“E’ Puermuesso?” chiede Alexandra scendendo.
Entrano in una specie di tavernetta.
Pianoforte, cyclette, attrezzi per fare pesi, poltrona, stereo, lavatrice asciugatrice, vini e superalcolici.
Su un muro c’è una lavagna di sughero con alcune fotografie unite
da fili di lana rossi legati a puntine.
VANCOUVER
Norma, cercando di nascondersi, si dirige verso il rumore di frenata che ha sentito prima ma, mentre passa a fianco della casa della sua vicina, vede l’anziana signora che da dietro la porta sul retro le fa segno di entrare,
La donna non se lo fa ripetere ed entra immediatamente.
Appena è dentro, la vecchina le dice: “Ho chiamato la polizia!”.
“Potrebbe anche essere arrivata la polizia” bisbiglia Lorena “ho sentito delle ruote che inchiodavano”.
Aldo è arrivato a concludere il giro delle case e osserva ce la macchina ha un uomo all’interno che tiene il motore acceso.
Solomon prova a colpire uno dei due che sono scesi, vorrebbe solo per ferirlo invece lo uccide.
Carl, punta all’altro e invece, lo vuole proprio uccidere e infatti lo ammazza.
SEATTLE
Anche nella taverna non c’è nessuno.
Adrian dice che deve esserci un altro passaggio.
Steven prova a schiacciare i tasti del piano è sicuro che la soluzione sia nel piano.
“Questa non può essere la panic room di Jerry” dice Adrian e si mette a spostare il frigo bar, la lavatrice, l’asciugatrice.
Alexandra cerca di vedere se tra i libri delle tre librerie trova qualcosa ma non vede niente.
Adrian trova, tra i libri della libreria di fronte alle scale, quella in cui aveva guardato Alexandra, un pulsante che, una volta premuto da accesso ad una nuova rampa di scale che scende.
La nuova stanza ha le pareti coperte da armadi con ante a vetro contenenti armi di tutti i tipi anche pesanti, alimentari e acqua, e poi contro un muro un tavolo con diversi computer, una sedia e una poltrona
“Ecco questa è una panic room degna di Jerry” dice Adrian soddisfatto ma, anche qui nessuna traccia di Jerry.
Steven cerca se, nell’impianto di areazione ci sono segni di scasso.
Alexandra è incuriosita dalla presenza di due poltrone.
C’è una serie di numeri che non sono comprensibili.
I tre stanno guardando ovunque.
Jerry ha usato il passaggio per raggiungere il VAN.
Steven guarda il tavolo ed è sicuro che ci fosse un piccolo oggetto che ora non c’è più.
L’oggetto in questione è il dispositivo con cui sta giochicchiando Jerry nel VAN parcheggiato nel giardino della casa vicina a casa sua mentre soppesa le variabili cercando di capire se schiacciare o meno il suo pulsante e attivare tutte le cariche sparse per la casa.
E’ molto indeciso.
VANCOUVER
Solomon non vede più Norma ma guarda in giro e vede che ci sono delle tracce che portano al retro della casa della vicina, chiama Carl e si preparano ad entrare.
Norma li vede e scappa dicendo ad Esther, la vicina anziana, “Esther trattienili!”.
“Ma sono armati!” risponde lei.
Al che Norma, presa dai rimorsi, pensa di dare la pistola a Esther, ma poi la trova una pessima idea “questa poverina già mi ha aiutato ci manca solo che le sparino perché le ho dato una pistola” pensa e le dice “mi raccomando digli solo che sono andata di sopra”.
Norma esce dalla porta d’ingresso.
Aldo Maria è ancora sull’angolo vicina alla macchina con il motore acceso e un uomo al posto di guida.
Carl intanto fa segno a Solomon di aspettare perché sta parlando con Aliky.
Norma si nasconde in un cespuglio nel giardino antistante la casa della vicina, poi esce dal cancello del giardino e si mette a correre a zig zag per la strada.
Solomon entra in casa di Esther che appena lo vede gli dice: “E’ uscita dalla porta di fronte, sbrigati!”, lui va alla porta guarda a sinistra e vede Norma che procede a zig zag per la strada in direzione di Aldo Maria.
“Picozzi” dice Solomon negli auricolari “Norma sta venendo verso di te”.
Intanto Carl dice a Solomon che prova a circondarla procedendo dalla strada sul retro.
Picozzi vede Norma ma lo preoccupa di più Carl che sta correndo verso un tipo che gli punta una pistola ed è nascosto dietro ad un cassonetto.
Il tipo con la pistola fa dei segni a Picozzi come per dirgli di andarsene.
Anche Aldo Maria fa un segno e con un Eccezione lo ferisce gravemente.
Il tipo che è in macchina vede la scena, esce e cerca di sparargli ma lo manca.
Carl gli spara e lo centra in pieno, l’autista cade e non si rialza.
SEATTLE
I computer si accendono insieme a tutti i sistemi e i tre della Fondazione vedono che fuori nel campo del vicino c’è un furgone nero con il motore acceso.
Risalgono tutte le scale e corrono fuori giusto in tempo per vedere il furgone passargli davanti.
Saltano sul loro van bianco, fanno inversione, e i lanciano all’inseguimento del furgone di Jerry.
Nello specchietto Carl vede alcune macchine della polizia fermarsi davanti alla sua casa.
Il van bianco ha raggiunto il furgone nero e Steven prova a sporgersi dal finestrino per sparare alle ruote ma le manca.
Jerry aziona un sistema per rilasciare olio dietro di sé.
Il van bianco sbanda pericolosamente.
Steven ci riprova, Adrian cerca di tenere il più possibile fermo il furgone
Parte il colpo.
La ruota posteriore sinistra esplode.
Il furgone nero si piega verso destra poi ricade a sinistra e comincia ad emettere scintille ma Jerry non si ferma.
Adrian urla a Alexandra: “Cerca là dietro un oggetto fatto a forma di batteria, è un cilindro di 3 cm con un riflesso verde”
Lei lo cerca e lo trova in un armadietto.
“L’ho trovato, che ci devo fare?”
“Dallo a Steven” gli risponde e poi dice a Steven “Io ora cerco di affiancarlo, tu, appena lo vedi a tiro lanciaglielo sul furgone, poi copriti gli occhi”
Steven aspetta e, quando il loro furgone supera le scintille della carrozzeria del furgone di Jerry lancia il dispositivo che si appicca alla fiancata del furgone nero.
Un flash verde accecante e il Van di Jerry si ferma di botto.
Andrian inchioda a fianco Steven scende e corre verso il Van di Jerry
Jerry è appoggiato sul suo volante.
Intervengono Adrian e Alexandra che incominciano uno strano discorso che Steven non capisce a pieno quello che dice Adrian ma che potrebbe essere sintetizzato in “Vieni Jerry, qui è pericoloso, potrebbero trovarti e loro sono molto pericoloso, presto sali siamo venuti come ci hai chiesto, dai sali”.
Steven guarda incredulo Jerry che si appoggia ad Adrian e sale sul furgone.
La zona nella quale sorge la casa di Jerry è piena di polizia. Adrian fa ripartire il furgone e poi, improvvisamente, un boato spaventoso fa sbandare il loro furgone.
Dove c’era la casa di Jerry ora c’era un’enorme colonna di fumo.
Adrian chiama Aliky “Al abbiamo un problema, un grosso problema”
Aliky risponde “Ho visto Adrian, ci pensiamo noi, voi andate”
I quattro tornano alla Fondazione.
VANCOUVER
Carl e Aldo Maria sentono delle urla venire dalla via che passa di fronte alla casa di Norma.
Sono le voci di Solomon e di Norma.
“Signorina, metta giù l’arma, non mi costringa a spararle” dice Solomon.
“Io non metto giù un bel niente! Mettila giù tu la pistola!” risponde Norma.
“E SMETTILA DI SEGUIRMI” urla lei.
“Norma Baker, in questo momento lei non è in grado di pensare lucidamente, siamo qui per portarla al sicuro ma se devo spararle per il suo bene lo farò” replica Solomon.
“METTILA GIU’” continua a urlare la ragazza.
Aldo Maria e Carl cominciano a correre, svoltano l’angolo e la scena che gli si para davanti è quella di Norma che, procedendo a zig zag e puntando un arma contro il loro compagno, cerca di allontanarsi mentre lui la segue a breve distanza.
Solomon non cammina a zig zag ma anche lui le punta addosso un’arma.
“Se non fosse per la situazione potenzialmente mortale, sarebbe quasi comica” pensa Aldo Maria e, avvicinandosi a Solomon dice “E se ci dessimo tutti una calmata e abbassassimo tutti insieme le armi?”
“Comincio io” dice e posa a terra la sua pistola “Dai Solomon, posa a terra, dai”.
Carl posa a terra la sua arma e alza le mani “Vede signorina non vogliamo farle del male, Solomon, abbassa l’arma”.
Norma sta guardando la scena ed è dubbiosa.
Solomon emette un urlo e spara in aria e gli cade la pistola.
La ragazza, che stava cercando di capire, alza l’arma e al punta alternativamente su Aldo Maria, su Carl e su Solomon.
Solomon estrae da dietro la schiena un coltello e le dice: “Signorina, si rende conto che potrei lanciarle questo coltello prima anche che lei decida di premere il grilletto?”.
Interviene Aldo Maria “STIAMO CALMI, Solomon posa anche il coltello, quello che le vuole dire il mio belligerante amico è che se avessimo voluto farle del male non ci sarebbero certo mancate le occasioni, non trova?”.
“Norma puoi verificare che la richiesta di soccorso che avevi fatto era arrivata a noi”.
La ragazza sta pensando “in effetti sto tizio ha ragione” ma dice “e se io abbassassi la pistola poi che succederebbe?”.
“Succederebbe che noi potremmo portarla in un posto sicuro nel quale la potremo proteggere meglio che qui” interviene Carl.
“E io posso portarmi dietro delle cose?” chiede lei.
“Certo” risponde lui.
“Allora entro e preparo una valigia” dice Norma.
“Non ti dispiace vero se Aldo Maria viene con te disarmato, vero?”
“E chi diavolo è questo Aldo Maria”.
Carl lo indica.
Aldo Maria lo guarda e mima con la bocca “P-E-R-C-H-E’ I-O?”.
Carl gli fa segno di “DOPO!”
Norma e Aldo Maria entrano in casa, lei, recupera il telefono, scavalca i cadaveri, sale al piano superiore e butta nella valigia alcuni vestiti.
Scende, esce sul pianerottolo, guarda casa sua e chiude la porta.
Sale sulla macchina e i quattro si dirigono all’aeroporto.