PARTE SECONDA
Il combattimento si è concluso e Steven, Aldo Maria e Solomon tirano un po’ il fiato e si curano.
Dagli altoparlanti continuano ad avvisare gli studenti che devono rimanere chiusi nelle aule e che la polizia è in arrivo.
Steven, Jerry e Norma ritornano nel punto in cui l’agente dell’OSR e Steve sono scomparsi.
Norma tira fuori il suo kit e comincia con le indagini, si inginocchia e incomincia ad annusare il pavimento sotto lo sguardo sconcertato di Jerry.
Solomon, Aldo Maria e Alexandra ammanettano l’agente dell’OSR e chiamano la Fondazione per effettuare un’estrazione: “Ci serve una squadra con dei paramedici per un’estrazione urgente, abbiamo uno di finti agenti dell’OSR, ferito e ammanettato”.
“Cerchiamo di organizzare il team, portatelo in una zona sicura e aspettate in due ore dovrebbe arrivare la squadra” risponde una voce dalla Control Room.
“DUE ORE!” esclama con tono piuttosto alterato Solomon “MA SIETE PAZZI! FACCIO PRIMA A CHIAMARE IL 911!”
“Stia calmo Solomon, non urli e non chiami nessun 911, la metto in contatto con Katherine” la persona che sta rispondendo nella Control Room non è Aliky e pare molto più anziana.
C’è un momento di silenzio poi parte una musica che ricorda qualcosa (Who ya gonna call?) a Solomon e, dopo alcuni secondi risponde Katherine
“Buongiorno, Solomon mi dica che non ucciso nessuno per avere il suo animale da compagnia”
“Buongiorno Katherine no, nessun animale, questa volta si tratta di uno di quei finti agenti dell’OSR, è ferito e dobbiamo portarlo fuori di qui in fretta e non possiamo aspettare due ore perché dobbiamo anche recuperare uno dei nostri obiettivi che è appena stato rapito da altri finti agenti dell’OSR”
“Calma! Allora la situazione mi pare sufficientemente caotica, andiamo con ordine, voi come state?”
“Abbastanza bene, alcuni di noi sono feriti ma in modo superficiale”
“Quanti agenti dell’OSR avete incontrato?”
“Al momento sei, quattro sono morti, uno è stato catturato ma è ferito e l’altro è scappato con uno dei ragazzi che dovevamo recuperare, sospettiamo il risvegliato, penso però che ce ne siano altri”.
A queste parole Aldo Maria lo guarda come a dire “E tu che ne sai?” ma Solomon gli mima con le mani “lascia fare…”
“Ok, capisco la situazione è difficile” sentenzia Katherine “Facciamo così, mettetevi in contatto con il Professor David Jon”
“E come lo trovo il professor Jon? C’è una qualche frase segreta da dirgli?”
“Allora, Solomon, con calma” la sua voce si fa molto tranquilla “Capisco la concitazione del momento ma andate in segreteria e chiedete di parlare con lui, è l’insegnante di storia della fisica quantistica, io mi occuperò del resto, portatevi dietro il ferito”
Si trascinano dietro il ferito e raggiungono Norma e Jerry.
Norma gli dice che in base alle sue ricerche le tracce del tizio arrivano fino ad un certo punto del corridoio e poi, semplicemente, spariscono.
“Sarà traslato” propone Steven
“No, con un ragazzo da tenere a bada mi sempre improbabile, deve avere usato qualche crypto” risponde Aldo Maria
Alexandra si dichiara preoccupata per la salute del prigioniero e chiede a Norma di intervenire. Lei ci prova ma non sembra sortire nessun effetto.
Aldo Maria decide di utilizzare un suo crypto per stabilizzarlo e sembra che la salute dell’agente catturato migliori.
Si dirigono alla segreteria dell’università, l’allarme suona ancora.
Solomon e Jerry rimangono fuori con il prigioniero e Norma, Alexandra, Steven e Aldo Maria entrano.
Il loro ingresso è accolto da uno sguardo allucinato di una segretaria che li vede, si tuffa dietro al bancone e si mette a urlare “Non uccidetemi, vi prego non uccidetemi, vi prego non uccidetemi, vi prego non uccidetemi”
Gli agenti della Fondazione si guardano l’un l’altro poi, Steven prova con un: “Signora, noi siamo i buoni”.
La signora smette di urlare ma non emerge.
Alexandra fa segno agli altri di farsi indietro e, con un tono molto dolce, comincia a parlare “Signora le assikuro che la situazione è sottocuontrollo, dika pure alla puoliza, che i cinque intivitui sono stati neutralizzati e li truoveranno al seconto piano della sezione F, tre su skale e tue nel cuorridoio, ora sarebbe così centile da chiamarci il professor Jon? Sarebbe molto urcente”
“Subito e grazie” dice da dietro il bancone.
Sempre da sotto il bancone è possibile sentirla mentre compone un numero di telefono e chiama il professore “Professore, potrebbe venire in Segreteria ci sono delle persone che hanno urgente bisogno di parlare con lei… Si… Ok… Grazie”.
“Arriverà tra pochi istanti” riferisce lei sempre nascosta.
Pochi minuti dopo un signore sulla sessantina, alto circa un metro e settanta con un vestito beige, degli occhialini tondi, capelli e barba bianchi e qualche chilo di troppo passa vicino a Solomon, Jerry e il prigioniero svenuto, li saluta ed entra in segreteria.
Solomon e Jerry si guardano interdetti.
“Buongiorno, scusate il ritardo, ho dovuto fare lo slalom tra i cadaveri, siete le persone mandate dalla Fondazione giusto? E assumo che anche i due pesantemente armati che vanno in giro con un tizio svenuto qua fuori siano con voi vero?”
Si sente chiaramente un tonfo da dietro al bancone. Tutti si voltano.
“Non vi preoccupate, è molto emotiva, ma brava” conclude lui.
“Si siamo gli agenti della Fondazione è abbiamo bisogno di mettere in sicurezza un ostaggio che deve essere prelevato dalla Fondazione” dice Steven.
“Si, Katherine mi aveva accennato qualcosa in merito, seguitemi” ed esce.
Il professore torna da Jerry e Solomon, si guarda un attimo intorno, si ferma a pensare e, dando un buffetto sulla guancia del prigioniero, “Ora ci occupiamo di te, aspettatemi qui, o dentro, o dove preferite, torno subito” e si allontana trotterellando allegro.
Tutti si guardano, “Ma sono tutti così quelli della Fondazione” esclama Norma.
Jerry propone di entrare in segreteria e togliersi dai corridoi, l’allarme continua a risuonare.
Passano alcuni minuti e sulla porta si sente bussare, Jerry apre con una mano sulla pistola, il professore con un lenzuolo sulla spalla e una barella davanti a sè lo guarda “Buongiorno buon uomo pensa di riuscire a far sdraiare qui il vostro nuovo amico? Veloci che non abbiamo tutto il giorno”
Poi mentre tutti escono e mettono il prigioniero sulla barella, il professore lo copre con il lenzuolo e parte di corsa “Seguitemi, per ora possiamo sfruttare questo momento di panico ma non durerà ancora per molto e non vorrei dover rispondere a domande scomode o incontrare ragazzini che mi filmano con i loro maledetti cellulari”
Arriva di corsa dove ha trovato alcuni cadaveri e chiedere di mettere anche loro sulla barella poi porta tutti in un laboratorio sotterraneo.
“Qui nessuno vi disturberà e potrete aspettare la task force della Fondazione, ora io devo tornare di corsa in sala processori per non destare sospetti, queste sono le chiavi del laboratorio e questo è il mio numero di telefono, chiamatemi per qualunque problema” fa l’occhiolino e parte di corsa.
Sembra decisamente entusiasta.
Una volta chiusa la porta tutti si guardano intorno e risulta chiaro che deve essere un laboratorio di Biologia/Medicina.
Jerry e Norma cominciano una discussione su chi sia più idoneo a svegliare il prigioniero usando sostanze chimiche
L’attenzione di Alexandra viene subito catturata da un armadietto chiuso con un lucchetto “Ehi voi, invuece di liticare, venuite qui puare ci siano cuose interessanti qua tentro!”
La discussione sale d’intensità fino a che Solomon urla “BASTA O USO IL TASER ANCHE SU VOI DUE!”
Steven intanto sposta i cadaveri sui tavoli.
Norma comincia ad analizzare gli agenti morti.
Steven si infila uno dei camici che era appeso al muro e riempie un secchio.
L’armadietto viene forzato e dentro ci sono diverse bottigliette di farmaci e droghe e alcune bottiglie contenenti acidi.
Solomon prende dell’ammoniaca e la passa sotto il naso del prigioniero svenuto.
L’uomo ammanettato e legato comincia ad aprire gli occhi.
Jerry propone di fargli una puntura di adrenalina e poi riempirlo di mazzate.
Steven mostra il secchio e lo straccio con uno strano ghigno.
Aldo Maria lo guarda incuriosito: “Non mi pare il momento di fare le pulizie!”
Tutti lo guardano, e segue un attimo di silenzio.
Solomon risponde a Jerry di aspettare.
L’uomo viene posto su una sedia, ormai è completamente sveglio “Voi siete della Fondazione”
“Non credo che sia tu a dover fare le domande!” gli risponde Jerry.
“Lo sapete che tanto tra poco sarete tutti morti, vero?” incalza lui.
“Mo me lo segno” risponde Steven.
Solomon infila un dito in una delle sue ferite e, mentre lui urla, gli intima “Ok, ripartiamo da zero”.
Lui rivolge a tutti uno sguardo d’odio ma non parla.
Seguono vari metodi di tortura incluso il waterboarding ma il prigioniero non parla, se si escludono gli improperi e le minacce che rivolge al gruppo.
La cosa lascia tutti alquanto stupiti considerato soprattutto visto che il soggetto non ha esattamente il phisique du role di un guerriero ma più quello di un impiegato da scrivania più abituato a utilizzare il davano che la palestra.
“Aldo Maria, questi sono come te! Anche tu hai questa resistenza mostruosa?” chiede Solomon.
“E’ solo una mia impressione o questi parlano per slogan?” dice Norma
Solomon decide di perquisirlo. Trova una cintura con diversi accessori: coltelli, grimaldelli, attrezzi da scasso, filo di metallo e diverse taschine agganciate e poi, in una tasca del giubbotto, una chiave con un’etichetta malconcia con su stampato Z3D
Solomon si mette la cintura.
Mentre Steven gli prende le impronte utilizzando un tampone e un cartoncino il prigioniero urla “Morirete tutti! TUTTI! E anche il vostro stupido mondo” e poi sviene.
Jerry perquisisce i cadaveri, sono tutti vestiti con una tuta nera e un giubbotto dello stesso colore con il cappuccio.
Il primo cadavere ha una chiave senza sigla ma identica a quella del prigioniero.
Il secondo non ha nulla.
Prendono a tutti le impronte digitali e fanno una foto di ognuno.
Norma, saccheggiando il laboratorio, effettua prelievi di tessuti e del sangue e si dirige verso i microscopi.
E, quando Norma si mette in testa di usare un microscopio, gli altri mettono in dubbio la sua attività e lei esplode in un “Io Microscopo quando voglio come voglio e chi voglio, uomini, cose, animali…”.
Steven conclude “…e città! Lasciamola pure microscopare chi vuole che una microscopata non la si nega a nessuno!”.
Aldo Maria saltella sul posto con la mano alzata dicendo “io, io, iooooo”
Arriva il Professore Jon che apre la porta e rimane basito dalla scena. Dietro di lui ci sono tre persone che dichiarano di far parte della Fondazione.
“Ehm, ecco la task Force che stavate aspettando” dice rivolto a tutti.
I tre salutano il gruppo si dirigono verso i due cadaveri e il prigioniero poi appoggiano un piccolo dispositivo cilindrico sulle loro teste e subito un bozzolo si forma intorno ai loro corpi. Poi i bozzoli spariscono.
Uno dei tre si presenta a Norma “Buongiorno Norma, mi chiamo Paul, mi può dare i campioni?” e la ringrazia per il lavoro.
Norma è riluttante ma gli altri la convincono a lasciare le provette con il sangue e i tessuti.
“Ah! Dimenticavo!” dice Paul, “Aliky ha richiesto la presenza di Alexandra al centro urgentemente”.
“Ma come! Siamo in piena missione!” protesta Solomon
“Non è possibile ora, finiamo la missione e torniamo tutti!” rincara Jerry.
“Purtroppo i tempi richiedono sacrifici” risponde Paul “La situazione è critica”.
“Cualma racazzi, sono fiduciosa che a kuesto punto duella missione io sia più utile alla Fuonduazione che qui, fuate attenzione e ci vediamo alla Fuonduazione!”
I tre, con Alexandra, vanno via dicendo a tutti che Katherine li saluta e li ringrazia.
Poi uno dei tre torna indietro, si avvicina a Solomon e gli chiede: “Quasi dimenticavo! Come siete messi a Crypto?”
Lui gli risponde che ne hanno consumati alcuni e l’agente della Fondazione gli dà un oggetto grande come una pallina da golf ma dorata e tutta bucata, ci si vede attraverso e 4 pillole blu.
“E a cosa servirebbe?” chiede Solomon
“Le pillole blu le avete già usate servono a curarsi e per quanto riguarda la sfera, la prossima volta che avete tanti cadaveri, ammucchiateli poi buttateci sopra questa pallina e quelli spariranno”.
Saluta e va via.
Jerry, Norma, Aldo e Steven prendono la pillola blu.
Solomon tiene la pallina dorata.
Steven fa vedere la chiave al Professore che rimane molto colpito “Dove l’avete presa quella?”
“L’ha riconosciuta?” chiede Jerry.
“Si, è la sigla della mia congrega quando anche io ero studente!” dice lui “ma adesso è un rudere, è previsto che venga abbattuta il mese prossimo, infatti l’ingresso è interdetto a chiunque da due anni”
“Un luogo perfetto per mettere su un covo, nessuna telecamera, nessuna visita, fantastico” dice Steven.
“Ci può indicare dove si trova questo palazzo?” chiede Aldo Maria.
“Certo” e comincia a disegnare una mappa “Dunque l’edificio ha due piani, al primo piano ci sono quatto camere da letto, due bagni, una cucina e un salone, al secondo piano invece ci sono 5 camere da letto e due bagni”
“No ma scusate vi pare normale che noi facciamo un’indagine e nessuno ci dice che c’è un posto del genere?!?!?!” si lamenta ad alta voce Norma “MA NON E’ POSSIBILE!”
“Ma noi non lo abbiamo mai chiesto alle ragazze! Gli abbiamo chiesto di feste, droga, luoghi in cui andare a scopare e basta” interviene Steven
“E QUELLO NON TI SEMBRA UN BEL POSTO DOVE ANDARE A SCOPARE?!?!?!” urla lei “Io ci lavoro in un’università”
Segue un momento di imbarazzato silenzio.
“Il suo collega ha ragione signorina, tre anni fa lì dentro, è successo un brutto incidente che ha coinvolto due studenti, nessuno ci entrerebbe più” dice il Professore.
“Ok, ragazzi, prendiamo armi e bagagli” dice Jerry “e non sto parlando per metafore” precisa “e andiamo lì” conclude.
“Io passerei all’ufficio tecnico per prendere le cianografie” propone Solomon.
“Ma abbiamo la piantina del Professore” si lamenta Jerry
“Si, vabbè, ma siamo seri, sarà stato strafatto di LSD ai tempi mi sentirei più sereno a guardare qualcosa di più preciso” risponde Solomon.
“Sono ancora qui” dice il Professore “e comunque l’LSD era un’altra cosa ma che ne volete sapere voi…”
“Non abbiamo tutto quel tempo” insiste Jerry
“Ok va bene, affidiamo la nostra missione segreta ad un disegnino, ma c’era almeno un locale caldaia?” chiede con un tono un po’ esasperato Solomon
“Certo che c’era, non ci tenevano al freddo, non erano barbari!” il Professor Jon si riprende il foglio su cui aveva fatto la mappa della casa e ricomincia a disegnare.
Poi lo riconsegna a Solomon “Vedi, da questa botola si accede al locale caldaia, che poi era anche la cantina della casa”.
“Ok andiamo” proferisce Steven tutti si incamminano seguendo le indicazioni del Professore.
“Si ma almeno avviso la Fondazione di mandarci una squadra di appoggio” dice Solomon “certo quando vogliono loro, beninteso” conclude con una nota polemica
“Ti ho sentito!” risponde Aliky a tutti dalla Control Room della Fondazione “forse non vi è ancora sufficientemente chiaro ma qui è un casino, tutte le squadre sono impegnate è già stato un miracolo mandarvi una squadra per ripulire tutto!”
“Si vabbè ho capito, Aliky ma qui sta scoppiando un casino!” insiste Solomon
“Ma siete in sei, il doppio di una squadra normale! Vi ricordate la mia squadra si? Erano in tre e dico erano perché visto che io ora sono al coordinamento ora sono in DUE!” anche Aliky si sta alterando.
“Vabbè Aliky va bene così dai non ti arrabbiare” le risponde Solomon
“Io ho un piano!” esclama Aldo Maria “Io e Norma facciamo la coppietta che si apparta…”
“ANCORA!” rispondono in coro tutti.
Sono le 18.00 ed è ancora abbastanza luminoso, la casa si trova dopo il parco, in effetti è molto distante dalle altre case degli studenti. La sensazione è che sia l’ultima di una serie di vecchi edifici ormai distrutti.
Già in lontananza si capisce che e un edificio fatiscente, il tetto è in parte crollato ed è tutta circondata da transenne.
La casa è incastrata tra il boschetto del parco, un prato e una strada comunale con passaggio di macchine.
Il gruppo si apposta nel boschetto fino ad aspettare l’imbrunire.
“Allora facciamo così” propone Jerry “scavalchiamo le recinzioni, io vado avanti già che ho un visore notturno e un borsone, voi mi seguite e io intanto piazzo le mie claymore sulle porte”
“No, ma scusa, e se esce l’ostaggio ci salta in aria?!?!” gli fa notare Solomon
“L’ostaggio esce con noi!” ribatte Jerry
“E se prende l’iniziativa? BUM! E glielo dici tu a Katherine?” continua Solomon “ma perché non radiamo al suolo la casa?” conclude
“Facciamo un diversivo, diamo fuoco e entriamo dall’altra parte” propone Steven
Silenzio
“Appoggio la tua idea Jerry” dice Solomon
“Ok, allora io vado avanti e poi vi faccio un segnale” dice Jerry
“Qual è il segnale?” chiede Aldo Maria
“Quando sentiamo BOOOOOOOOOM” dice Steven
Intanto Jerry parte con il borsone, si avvicina alla recinzione, lancia il borsone, la scavalca e si avvicina alla casa.
“Ma qual era il segnale quindi?” chiede Aldo Maria
Cammina lentamente e sente delle voci dall’interno.
Si sposta verso la porta d’ingresso, o quello che ne rimane e, molto silenziosamente, piazza la prima claymore poi va dalla porta sul retro e piazza la seconda.
Piazzate le trappole Jerry si sposta verso la botola che dà alle cantine e, mimando il verso di un gufo accende la torcia verso il bosco.
Tutti si guardano “Quello era il segnale?” chiede Aldo Maria
Uno a uno si dirigono verso le recinzioni.
“Qualcuno mi aiuti!” dice Norma avvicinandosi alla rete della recinzione.
Seguono una serie di “Shhhhhhhhhh” e un “Io spingo da dietro” sussurrando da Aldo Maria.
Poco dopo Norma crolla pesantemente sul terreno dicendo in modo piuttosto rumoroso che qualcosa l’ha punta.
“Ops, forse ho spinto troppo” si sente flebilmente.
E una luce si accende nella casa al primo piano.
Norma si accovaccia in mezzo al prato e fingendo di essere ubriaca prova con un biasciante “Scusate ma mi scappava! Vado via subito!”
Aldo Maria torna indietro verso il boschetto.
Tutti gli altri sono attaccati al muro vicino al portellone.
“Ma cos’è tutto sto casino? Cosa state facendo?” sussurra Jerry
“Non è adorabile?” gli risponde Steven indicando Norma.
Solomon intanto provvede a forzare il lucchetto della botola poi mette una mano sulla spalla di Jerry “Visto che sei il solo ad avere un visore facci strada noi ti seguiamo e ognuno mette una mano sul vicino”.
Mentre spiega anche agli altri la modalità di discesa in cantina si sentono delle voci da dentro la casa, sembrano appartenere a quattro uomini.
Norma si alza mima il rimettersi a posto e si allontana verso il boschetto continuando a fingere di essere un’ubriaca.
Aldo Maria percepisce il riflesso di una canna di fucile che esce dalla finestra e fa dei segni a Norma che incomincia a mimare un’ubriaca che ha fretta e raggiunge Aldo Maria.
Jerry, Steven e Solomon entrano in cantina.
C’è un buio pesto.
Jerry avvisa gli altri che la cantina è zeppa di mobili e di fare attenzione.
Continuano a procedere ognuno con la mano sulla spalla di quello di fronte.
Ad un certo punto Jerry mormora a Solomon “Non sento nulla accendo la torcia?”
“Un attimo” Solomon prepara la pistola “Ora accendi pure”
L’accensione della torcia mostra in effetti una certa quantità di vecchi mobili, ragnatele e muri con mattoni a vista, sembra più un magazzino, al fondo c’è una scala che sale.
Solomon cerca possibili trappole, sale le scale e, una volta arrivato alla porta, si accorge che la porta ha qualcosa che non lo convince.
Jerry si avvicina e prova a disinnescare la trappola.
“Stiamo per entrare” dice Solomon a tutti.
“Noi si va a pisciare da un’altra parte” risponde Norma ancora con la voce da ubriaca.
“Norma, quella era la voce di Solomon, puoi smetterla di fare l’ubriaca” le fa notare Aldo Maria.
Solomon apre la porta, si sente un suono “Click” e Jerry, spegnendo la torcia, dice “Ragazzi scusate temo di aver fatto un errore, la trappola era ancora attiva”.
“Beh non siamo saltati in aria e questa è già una bella notizia” sussurra Solomon mentre si prepara al combattimento. Poi chiede il visore a Jerry e monta il silenziatore sull’arma.
Solomon esce nella cucina, si guarda intorno, attento ad ogni rumore e vede che oltre il bancone della cucina si apre un grosso salone.
Ascoltando con attenzione si accorge che dei passi al piano di sopra si sono interrotti immediatamente.
Avvisa gli altri che silenziano le armi.
Tutti e tre entrano silenziosamente in cucina e Solomon guarda dietro alla porta per capire cosa ha provocato il rumore e vede che si deve trattare di un allarme.
Improvvisamente tutti e tre sentono “Tuc… Tuc… Tuc…” mentre Jerry si lancia dietro al bancone gridando “Bomba!” tutti vengono investiti da un enorme flash luminoso.
Aldo Maria e Norma, dall’esterno della casa vedono il pian terreno illuminarsi per un attimo come se, all’improvviso qualcuno avesse acceso un impianto luci da 10000 watt fossero state accese contemporaneamente.
“Non ci vedo, non ci vedo” dice Jerry mentre Steven lo raggiunge.
“Siamo stati investiti da un fascio di luce e tu avevi il visore attivo” gli sussurra “Anche io vedo un po’ appannato e cedo che tra un po’ cominceranno a spararci contro, tu Solomon come sei messo?”
“Vista un po’ appannata ma ci vedo, siamo protetti dal bancone della cucina sempre che non cada a pezzi dopo i primi colpi”
Steven gli toglie il visore e se lo mette.
Solomon si appoggia alle spalle di Steven, entrambi hanno le armi puntate e pronte a sparare.
Qualcuno sta scendendo le scale.
Entrambi si voltano verso le scale.
Aldo Maria e Norma correndo a zig zag si dirigono verso la casa.
Norma, ad un tratto, si blocca di colpo “io là dentro non ci vado, io sono una scienziata non un cazzo di guerriero! VE L’HO RIPETUTO MILLE VOLTE”. Pare impietrita e in preda al panico.
Aldo Maria le si avvicina, cerca di soffocare un pensiero che gli fa immaginare uno appestato che gli spara alla schiena e, rivolgendosi a Norma: “Senti Norma, ok, tu non sei una guerriera ma se mi fai levitare fino al secondo piano io entro e tu ti rintani nel bosco, che ne dici?”
Norma lo guarda e poi fa un cenno con la testa.
Aldo Maria comincia a sollevarsi e arriva all’altezza di una finestra del secondo piano, cerca di aprirla, il legno è marcio e cede molto facilmente, silenziosamente, entra.
La stanza è illuminata dolo dall’esterno ed è particolarmente buia.
“Sono al secondo piano” dice nel comunicatore.
Norma corre verso il bosco.
Steven spara e colpisce qualcuno che cade dalle scale.
Si lamenta, non è morto ma è a terra. Gli altri si fermano.
“Jerry, hai delle granate?” chiede Solomon
Jerry: “Si, certo”
Solomon: “Me ne dai una?”
Jerry: “Tieni” e poi “Che ci vuoi fare?”
Solomon: “Lanciarla ovvio”
Jerry: “Ma sei pazzo qua…”
Solomon lancia la granata
Jerry: “…ci crolla tutto in testaaaaaaa!”
Intanto un uomo che si era avventurato per la scaletta urla “Bombaaaaaaaa” e si lancia a terra.
Solomon sussurra nel comunicatore “ho tolto l’innesco, sparate!”
Steven spara e colpisce il nuovo arrivato.
Jerry prova a sparare ma accecato manca il colpo.
Solomon punta l’arma ma con la coda dell’occhio vede scendere un’altra persona, spara, manca il bersaglio, ma prende in pieno la granata.
Segue un’esplosione poderosa.
Steven, Solomon e Jerry vengono scagliati contro la parete.
Aldo Maria sente la casa tremare come se ci fosse stata una scossa di terremoto “Cosa diavolo succede là sotto!” chiede nel comunicatore.
Il soffitto del pian terreno crolla.
Aldo Maria estrae la pistola e, a tentoni, ricordandosi la mappa del Professor Jon, cerca la porta che dà alle scale per il piano di sotto e poi cerca di capire dove possa essere l’ostaggio.
Apre una porta e trova un bagno.
Esce e vede davanti a se una serie di porte, si concentra e cerca di capire se, da qualcuna di quelle, si sente qualcosa.
Non sente nulla ma, mentre bestemmia, gli pare di vedere un flebile luce penetrare da sotto una delle porte
“Cercate di non buttare giù la casa nei prossimi minuti, forse ho trovato l’ostaggio” sussurra nel comunicatore.
Nessuno risponde
Ricomincia a bestemmiare e, cercando di camminare senza fare alcun rumore incomincia ad incamminarsi verso la porta con la pistola in pugno.
Mentre cammina Aldo Maria e cerca di immaginarsi come agire, la casa ha un tremito, sembra che la sua integrità strutturale possa essere stata compromessa.
Dal piano di sotto si sente una scarica di colpi da più parti.
Jerry, Solomon e Steven sono sotto shock ma illesi.
Norma dal boschetto vede la casa trasformarsi in un campo di battaglia.
La vista di Jerry comincia a tornare.
Steven cerca di mettersi dietro al bancone anche se, questi è bucato in più punti. Solomon lo segue.
Aldo Maria, apre la porta e si nasconde dietro lo stipite, il ragazzo è legato e imbavagliato.
Mentre passa di fronte all’uscio vede anche uno specchio coperto su un mobile.
Una volta al sicuro si scopre a chiedersi perché fosse coperto solo lo specchio e non tutto il mobile.
“Sei solo?” chiede all’ostaggio appoggiato al muro fuori dalla stanza.
Nessun rumore ma, mentre Aldo Maria sta pensando “Beh, certo, era imbavagliato…”, qualcuno spara attraverso la parete e lo colpisce ad un polpaccio.
Aldo Maria si accascia e comunica agli altri “Ahhhhhhh! Sssssssss! Ahhhhhhh! Sssssssss! Trovato l’ostaggio, secondo piano, quando smetto di sanguinare cerco anche di salvarlo”.
Jerry comincia a vedere delle forme ma il locale è decisamente buio.
Solomon, con il visore, vede in modo accettabile spara e uccide uno degli uomini.
“Smettetela di cazzeggiare, dovete venire a salvare me!” dice Aldo Maria
“Arrendetevi o procederemo ad uccidervi tutti!” esclama Solomon.
Gli altri, in risposta, sparano.
Solomon stima che dovrebbero esserci ancora due agenti dell’OSR e immediatamente viene colpito in pieno da un proiettile.
Aldo Maria, zoppicando entra due stanze indietro rispetto a quella dove si trova l’ostaggio, prende alcune pillole per curarsi, finisce i suoi crypto, si apposta e aspetta che l’uomo esca dalla stanza.
Steven prende l’analettico.
Jerry, che intanto ha ripreso l’uso della vista, colpisce un agente, lo stesso fa Solomon colpendo un altro agente.
Steven invece manca l’obiettivo.
Solomon viene colpito in modo abbastanza serio.
Il tipo che tiene l’ostaggio non so muove, Aldo Maria si sente in una situazione di stallo.
“Yuhuuuu, giù dabbasso? Come siete messi, qua ci sarebbe bisogno di una mano”.
“Anche qua” risponde Jerry
“Norma, come sei messa? Qua c’è bisogno di una mano e pure sotto mi pare di capire” riprova Jerry.
“Sai dove stanno gli scienziati vero? Non in un campo di battaglia, io vado a cercarmi un laboratorio. Chiudo”.
“Ci risiamo” pensa Aldo Maria sospirando “Norma! Norma! Ascoltami!”
Intanto Norma ha buttato il suo badge e le cuffie e si allontana.
“Qua siamo un po’ in crisi” dice Steven “non è che Norma riesce ad inventarsi un diversivo?”
“Norma non risponde” fa notare Aldo Maria “Credo sia in preda ad una crisi di panico”.
“Ah! Siamo a posto!” esclama Jerry “Ci mancavano solo le crisi di nervi! Potrebbe andare peggio?”
“Potrebbe piovere?” propone Aldo Maria.
“Proviamo a chiamare la Fondazione?” propone Solomon.
“Ok, ci provo”
Risponde direttamente Katherine “Cosa succede?”
Aldo Maria le racconta la situazione e dello stato di Norma.
“Resistete, provo a trovarvi qualche soluzione” risponde lei e chiude la comunicazione.
Jerry, Steven e Solomon sparano ma mancano gli obiettivi.
Steven viene colpito.
Lo scontro continua e Solomon ne uccide un altro, Jerry ferisce un agente e Steven ne colpisce uno che ricade indietro.
Solomon viene colpito nuovamente e si inginocchia, la sua situazione diventa preoccupante. Si mette in copertura totale e passa il visore a Jerry.
Steven e Jerry mancano l’obiettivo, a Jerry si spegne il visore.
“Aldo Maria, dove sei?” è Katherine.
“Sono al secondo piano nella stanza A e l’ostaggio è nella stanza C, con almeno un agente di guardia”
“Uhm, potresti essere un po’ più reciso, stana A e stanza C non mi dicono moltissimo” risponde lei.
“Il Professor Jon ci ha disegnato una mappa e a siglato le stanze” ribatte Aldo Maria
“Ah! Perfetto, se David sa di cosa stiamo parlando siamo già a metà del guado” conclude lei.
“Tenete conto che al pian terreno e in corso un combattimento a fuoco tra Jerry, Steven e Solomon con alcuni agenti dell’OSR ed è stata anche lanciata una granata che ha fortemente compromesso la stabilità della struttura!” riferisce Aldo Maria
Non si sente più nulla poi, improvvisamente un uomo infrange una finestra alle spalle di Aldo Maria “Sono il Professor Jon, niente panico” e subito si accuccia vicino ad Aldo Maria “Grazie, grazie, grazie! Ci speravo proprio che mi chiamaste, di nuovo in azione! Fantastico”
E’ un po’ affanno “Qual è la situazione agente?” cerca di dire nel modo più marziale possibile il Professore.
“C’è un tizio con una pistola che spara attraverso i muri” comincia Aldo Maria “l’ultima volta che ho visto l’ostaggio era legato e imbavagliato al centro della stanza”.
“Uhm, io con il tizio che spara non ci posso fare granché ma se ti sembra utile ti potrei portare l’ostaggio” risponde lui, è decisamente su di giri.
Aldo Maria lo guarda meglio, gli pare di parlare con un cocainomane che si sia appena aspirato un’autostrada di coca.
“Vado? Vado? Vado?” chiede lui ad Aldo Maria che lo fissa.
“Si, un attimo, dunque, io direi di prendere l’ostaggio…” inizia Aldo Maria
“Allora io parto? Eh? Eh? Eh?” insiste lui
“UN ATTIMO” alza la voce Aldo Maria e poi “Si, tu prendi l’ostaggio e poi corri giàù dalle scale, occhio che al pian terreno sparano!”
Il professore parte ad una velocità parecchio inusuale per un uomo di quell’età, per qualsiasi uomo, a pensarci bene.
Le azioni si succedono molto rapidamente, il Professore esce ad una velocità altissima con il ragazzo sulle spalle, passa di fronte alla stanza di Aldo Maria, gira, imbocca le scale e poi si sente un “Ahhhhhhhhhhhhhhhh” seguito da un primo “Stomp” e poi un secondo Stomp.
Le persone al pian terreno sentono un crollo, probabilmente qualche pezzo della casa che sta collassando, alle spalle degli agenti che gli stanno sparando.
“Come va?” chiede Solomon “E’ arrivata la cavalleria?”
“Uhm, direi più i paracadutisti” risponde Aldo Maria.
“E qual è la situazione?” continua Solomon.
“Ehm, diciamo a metà del guano, l’ostaggio è stato liberato, ora il punto è che riamane da capire se non lo ha ucciso mentre lo salvava” chiude Aldo Maria.
Steven spara a un agente ma viene colpito, Solomon uccide un altro agente.
Jerry e Solomon colpiscono l’agente che ha sparato a Steven e lo uccidono.
Un altro agente spara ma manca l’obiettivo.
Steven e Jerry lo colpiscono e anche lui cade.
Tutto tace.
Aldo Maria prende lo Steam e decide di saltare già dalla finestra da cui era entrato il Professore.
Atterra rotolando ma illeso.
Solomon esce dal bancone si avvicina al corpo dell’agente che lo aveva colpito e gli spara addosso.
Aldo Maria appare nel prato davanti alla casa e trova il professore nel prato e il ragazzo, sono entrambi feriti ma non sembrano gravissimi.
“E’ stato bellissimooooooo!” dice il professore, e poi crolla a terra.
“Ahhhhhhhhhhhhhhhh” dice il ragazzo.
Steven, Solomon e Jerry escono dal locale caldaie.
Jerry disinnesca le claymore e si trovano tutti fuori, il gruppo è riunito con l’eccezione di Norma.
Solomon, Steven e Jerry si guardano.
“Pronti?” dice Jerry “Uno… Due… Tre… Lanciate!”
Tutti e tre lanciano una granata verso la casa.
Un attimo di silenzio, cade una trave e poi una forte triplice esplosione fa crollare la casa.
Molta polvere si solleva.
In lontananza si sentono rumori di allarmi, polizia e ambulanze.
Il Professore è malconcio ma ancora molto eccitato “Erano anni che non lo facevo! Pazzesco!”
Il ragazzo invece si lamenta e si tocca una gamba probabilmente rotta.
Prima dell’arrivo della polizia decidono di allontanarsi, Solomon solleva il ragazzo e Aldo Maria aiuta il Professore.
Norma è sparita.
Steven prova a chiamarla sul cellulare e Jerry vede una luce nel prato. E’ il cellulare di Norma.
Poco più in là ci sono le cuffie e le pillole blu.
“Control Room, missione completata ma non troviamo più Norma!”
La casa brucia e le sirene si fanno più vicine.
Ormai non ci sono che macerie, l’intero edificio è crollato.
Non resta che spegnere gli incendi.
“Ciao ragazzi! Sono Aliky, mettetevi al sicuro, a Norma ci pensiamo noi”
“Ok, tutti al laboratorio del professore!” dice Jerry
Norma ha camminato fino a trovare la strada, continua a camminare concentrata sui suoi passi mentre a fianco a lei passano ambulanze e macchine della polizia a sirene spiegate.
Li ignora e procede.
Continua a camminare fina a quando una macchina della polizia le si affianca “Tutto a posto signora?”
“Voglio solo andare a casa mia!”
Potrebbe farci vedere i suoi documenti?
“Non li ho” risponde lei ma gli fornisce l’indirizzo di casa sua.
Un poliziotto le chiede di salire sulla macchina e la portano in centrale.
Una volta lì chiamano dei paramedici che la prendono in cura “Tutto bene? Ci vuole raccontare qualche cosa?”
“Si, voglio solo andare a casa” e fornisce anche a loro il suo indirizzo di casa?
“Ma come mai lei è qui?”
“Perché ho firmato dove non dovevo firmare”
I due paramedici si guardano.
Poi le fanno prendere due pillole, la fanno salire su un’ambulanza e la portano in un ospedale.
Il gruppo ha raggiunto il laboratorio e il professore si è messo subito all’opera con boccette e alambicchi.
Intanto Solomon adagia Steve, il ragazzo rapito su una barella e gli taglia i pantaloni, la gamba è decisamente rotta, rotta male.
Preparare uno strano intruglio, ci scioglie una polverina e lo beve.
“Scusate ma mi dovevo stabilizzare” dice il professore allegramente.
Poi ricomincia a lavorare ad una velocità decisamente sostenuta e alla fine si avvicina ad Aldo Maria e gli sussurra “Sarebbe meglio che lo teneste, ora”.
Aldo Maria riferisce agli altri la cosa e, uno per parte, tengono fermo il ragazzo.
“Ti farà un po’ male ma poi vedrai che starà benissimo!” dice il Professore.
“Un attimo Professore, cosa sta facendo” dice Steve decisamente agitato “e voi perché mi state tenendo?”
Il Professore incomincia a spalmare una strana crema verde fosforescente, direttamente sulla pelle lacerata e sulle ossa spezzate.
Steve comincia ad urlare mentre gli altri lo tengono.
Si dimena per un po’ e poi sviene. Sta respirando in modo affannato.
“Cosa gli ha fatto!” Dice in modo molto concitato Jerry.
“Oh, niente di straordinario, una mia ricetta particolare, tra poco starà meglio” risponde lui
Tutti si voltano a fissare Steve, l’osso si sta riparando e i tessuti si stanno riconnettendo.
La respirazione del ragazzo torna normale.
Ora dorme tranquillamente.
“Avrei bisogno di un attimo di riposo adesso” dice il Professore.
Si siede su un tavolo e poi si sdraia.
Si rilassa progressivamente ma sempre restando vigile.
Il ragazzo si sveglia, ringrazia tutti e chi chiede cosa è successo.
Aldo Maria prova a dargli una spiegazione “Credo che stiano rapendo persone con caratteristiche particolari, come le tue intendo, ma credo che sarebbe meglio che questa spiegazione te la facciano alla Fondazione, dove, tra le altre cose saresti anche più al sicuro”.
“Ai miei amici è successo qualcosa?” chiede spaventato.
“Stanno tutti bene, sembrava cercassero solo te” improvvisa Steven
“In effetti durante l’intervista” dice rivolto a Steven e ad Aldo Maria “non sono stato del tutto sincero e, immagino, neanche i miei amici. Alcune cose sono successe, è che ci sembravano così incredibili e meravigliose che abbiamo deciso di tenerle per noi, anche perché cercare di spiegarle poteva farci diventare più nerd e strani di quello che già eravamo considerati. Quindi voi sapete di queste stranezze?”
“Ehm, si e, per altro non facciamo videogiochi” gli risponde Steven
“Si, anche noi abbiamo alcune di quelle che chiami stranezze” gli dice Aldo Maria “ma è meglio, come ti dicevo che questa conversazione venga fatta all’interno della Fondazione”
“Nessun problema” dice lui “ma credo che sia meglio che controlliate i miei amici e che anche loro vengano perché potrebbero essere in pericolo anche loro”
“Credo che degli agenti della Fondazione siano già in loro protezione ma, come ti dicevamo, l’obiettivo sembra che fossi solo tu” gli ripete Solomon.
“Ci vuoi raccontare de queste stranezze strabilianti?” gli chiede Steven
“Noi ci incontriamo ogni settimana per giocare di ruolo” comunica lui “circa un mese e mezzo fa, mentre io stavo descrivendo una scena, la camera in cui giocavamo ha comunicato a sparire e ci siamo ritrovati seduti su un prato. Ci abbiamo provato più volte e, quel mondo in cui andavamo, superava di gran lunga la nostra più sfrenata fantasia! Castelli, draghi, strane creature e poi noi eravamo diversi! Non ci è chiaro come una cosa del genere possa succedere ma succede”
“Ecco si, succede anche che è meglio essere preparati perché può essere pericoloso, è per quello che è meglio che tu e i tuoi amici andiate alla Fondazione” gli dice Aldo Maria.
“Aliky, ci senti, possiamo procedere con l’estrazione dei ragazzi?” chiede Solomon
“Si certo, ci siamo già messi in moto, ma perché parli al plurale?” risponde lei
“Perché è meglio portarli tutti alla Fondazione, la descrizione della loro traslazione fa pensare che Steve non sia l’unico” gli risponde lui.
“Ok, grazie avviso la squadra, ditelo a David Jon”
“Certo, appena si riprende” dice Solomon
“La squadra è già in viaggio, piuttosto restano aperti due problemi Norma che non si trova e le ragazze che scompaiono” fa notare Aliky.
“In effetti potrebbero diventare un unico problema” fa notare Jerry
“Ho un aggiornamento” dice Aliky “Norma è stata individuata all’Alta Bates Summit Medical Center ed è stata sedata”
“Beh, quantomeno non è stata rapita” interviene Aldo Maria
Aliky li avvisa che ha segnalato alla polizia locale che una loro squadra sarà lì per gestire i ragazzi che hanno bisogno di sostegno psicologico e li avvisa di fare attenzione di restare alla larga dalle televisioni e dai giornalisti, visto che il campus ne è pieno.
La polizia ha contattato la squadra antiterrorismo e Aliky riferisce che ha comunicato i loro nomi per evitare che qualche zelante agente dell’antiterrorismo gli sparasse.
Steve riferisce che nella follia di tutto ciò che gli è capitato c’è una cosa che lo ha incuriosito, tutte le superfici riflettenti erano coperte all’interno della casa.
“Ah!” risponde Aldo Maria
“Aliky, Steve ci ha riferito di una curiosa caratteristica dei tizi che lo hanno rapito, pare che avessero problemi con le superfici riflettenti, le coprivano tutte!” le comunica Steven
“Curiosa questa cosa degli specchi, sembrerebbe che avessero paura di qualcosa che potesse arrivare dagli specchi o li potesse vedere” risponde lei “Dov’erano questi specchi?”.
“Ehm, credo che non ci sia neanche più la casa che conteneva gli specchi!” dice Aldo Maria.
“Ah! Già che voi avete sistemi non convenzionali” ride Aliky “Trovate altre scatolette?”
“No, nessuna scatoletta recapitata a qualcuno dei ragazzi” risponde Aldo Maria
“Scatole? Curioso che ne stiate parlando” dice Steve “Giusto due settimane fa tra i vari pacchi di Amazon che ci sono stati portati uno non era nostro e, a ben pensarci non era neanche di Amazon o di ThinkGeek”
“E che ne avete fatto?” gli chiede Solomon
“Lo abbiamo restituito alla segreteria” gli risponde “Abbiamo aperto il pacco, abbiamo visto una scatola di legno e abbiamo subito richiuso, abbiamo pensato che fosse qualche cosa che apparteneva a qualche ragazza, sembrava la classica confezione che contiene i loro trucchi”
Solomon vuole andare a vedere, Aldo Maria gli fa notare che è l’una del mattino e sono tutti stanchi, forse sarebbe il caso di provare a dormire almeno un paio d’ore.
Si consultano anche con il Professore.
Tutti si ritirano nella propria stanza e Steve andrà con il Professor Jon.
E’ stata una lunghissima giornata, sono tutti molto stanchi, una doccia e a letto.
Jerry si sta addormentando quando vede un’ombra passare veloce davanti allo specchio, si volta verso la finestra ma non vede nulla.
Guarda lo specchio con uno strano pensiero.
“Domani è un altro giorno” pensa e, sfinito, lo copre con una coperta a si addormenta.