Privacy Policy The Strange – S01x08 – Quarta Missione: Solomon incontra il suo mentore - Il sito del Langoliere

The Strange – S01x08 – Quarta Missione: Solomon incontra il suo mentore

Solomon rientra nella sua stanza, il combattimento nella casa lo ha provato, oltre che ferito.
Si fa una doccia e si lancia nel letto.
“Non va bene” pensa “la cosa sta degenerando, e poi c’è anche sta cosa degli agenti dell’OSR che danno di matto, non ci voleva proprio”.
La stanza è piccola, un letto, un tavolo, una sedia e un bagno, anche lui molto piccolo “Sembra un albergo e neanche dei migliori” pensa.
La palazzina sorge nei pressi dell’edificio centrale, un tempo lì ci dormivano gli studenti, poi sono stati costruiti nuovi edifici e quegli alloggi sono stati destinati al personale e ai professori in visita.
Una finestra si apre su di un cortile, qualche gatto miagola.
“E io sono bloccato qui” pensa.

Come a risopondere al suo pensiero, improvvisamente sente un cicalio provenire dal borsone.
Lo riconosce immediatamente: è il dispositivo di comunicazione schermato e criptato che ti ha dato l’OSR. 
Si precipita a recuperarlo.

II dispositivo
II dispositivo

L’oggetto è molto piccolo si appoggia ad una lente è stato facile nasconderlo.
Una volta posizionato, il visore mostra la chiamata in ingresso di Mark Randall, il suo superiore (Mark è il suo ufficiale di contatto nell’OSR colui che lo ha mandato in missione.).
Mette le cuffie e risponde.
“Buonasera agente Kane, come prosegue la sua missione sotto copertura?” fa una pausa e poi continua “Ha scoperto qualcosa in merito ai piani della Fondazione?”
La cominciazione è asincrona.
Solomon comunica che l’operazione di infiltrazione sta procedendo in maniera ottimale e che il fatto di fare la “testa calda” gli ha permesso di ottenere velocemente la fiducia della Fondazione e del gruppo.
“Si potrebbe sfruttare la defezione di Norma come ulteriore talpa da inserire magari all’interno del Campus per avere un secondo punto di vista magari a livello logistico”.
Cerca di esporre un dettagliato rapporto sulle missioni svolte presso la Fondazione.
Comunica anche tutti i nominativi degli altri membri della squadra in modo tale da avere un dettagliato dossier su tutti.
Aspetta le direttive in merito ai prossimi passi
“Molto bene, immagino lei abbia sentito del problema che abbiamo qui all’OSR, è scattato il protocollo di massima sicurezza, nessuno si sbottona ma evidentemente la situazione è decisamente grave e la sensazione è che non abbiano ancora idea su come risolvere il problema”.

Scan
Scan

“Al momento le contromisure messe in campo sono state veramente impressionanti, ogni giorno, tutto il personale presente nelle diverse strutture è sottoposto ad una scansione neuronale/retinica/comportamentale per vedere se ci sono stati mutamenti ma è notizia di ieri che un agente ritenuto stabile alle scansioni pare sia impazzito, se così si può dire, ed è stato scoperto a trafugare documenti sui risvegliati dall’archivio” continua Mark.
“Questa situazione ci sta sfuggendo di mano e la cosa più grave è che non abbiamo indizi!” fa una pausa.
“Le ricorsioni di Veritopia, dei Soldati dell’Oltretomba e il Reclusorio sono state chiuse a tutti e si sta pensando che la stessa sorte toccherà a Urania”
“Il momento è grave! E’ importante che ci si veda! Immediatamente!”
“Si tolga di dosso tutti i crypto che le sono stati dati”.
“Il dispositivo che sta usando è n grado di riconoscere un particolare codice, se lo segni e lo ripeta, il codice è: 444*34!$2oTTeZX”
“Se è svestito si vesta e si metta anche il giubbotto, farà freddo”
“Si ponga al centro della stanza e ripeta il codice che le ho fornito; a quel punto potrà raggiungermi”.
Solomon dice che seguirà subito le istruzioni e la comunicazione si interrompe.

Solomon controlla che la porta sia chiusa e che non ci siano rumori sospetti all’esterno
Si riveste, decide per un abbigliamento casual, indossa una maglietta un paio di jeans e un giubbotto per il freddo.
Prende un coltello e lo nasconde nella fodera del giubbotto “Non si sa mai chi si può incontrare” pensa.
Esegue quindi quello che gli è stato chiesto anche se ha parecchio timore che la sua copertura possa saltare.
Appena pronuncia il codice, l’aria davanti a lui comincia a crepitare, sembra che delle scintille stiano disegnando un’ampia circonferenza.
Dopo pochi istanti la circonferenza diventa un vero e proprio cerchio di luce dai bordi sfrigolanti di luce caleidoscopica.
Il centro del l’anello mostra chiaramente una grossa stanza con molti macchinari dalla foggia ottocentesca, tra loro, vicino ad una scrivania con alcune ampolle.
Mark Randall è al centro della stanza e fa segno di entrare.
Solomon vede il tipo di mobilio e incomincia a sospettare che si tratti di una ricorsione.
Saluta Mark Randall ed entra all’interno del portale.
Attraversando l’anello viene pervaso da una sorta di leggera scossa, la testa comincia a girargli, la vista gli si appanna leggermente e sente che mantenere l’equilibrio sembra più complesso.
Una volta varcato completamente l’anello i sintomi passano ma gli rimane un lieve mal di testa e sente il bisogno di sedersi.

Studio di Mark
Studio di Mark

“Non si preoccupi” gli dice Mark porgendoti una sedia “è normale”.
Solomon si siedi e comincia a guardarsi intorno, la sua prima impressione sembra essere confermata, gli pare di essere in un laboratorio tratto da un romanzo di H. G. Wells.
Vetro e ottone la fanno da padrone.
Enormi vasche sferiche, dentro una struttura in metallo dorato, sono piene di un liquido non identificabile simile ad acqua ma più denso.
A Solomon pare di intravedere qualcosa dentro una di queste, ma non riesce a capire cosa.
Una serie di sottili tubi di metallo sovrasta e collega le diverse vasche.
Sulle pareti della stanza si intravadono parecchi indicatori, manometri, interruttori e manopole.
La testa continua a girartgli e ora si sta facendo strada anche quella che sembra una bella emicrania.

Bicchiere di Whiskey
Bicchiere di Whiskey

“Beva questo” gli dice Mark porgendoti un bicchiere pieno di quello che gli sembra whiskey “la aiuterà con la testa, deve essere concentrato”.
“Come le dicevo, la situazione è molto tesa, se all’interno della stessa O.S.R. si stanno mettendo in sicurezza le ricorsioni, si immagini cosa può accadere altrove! Magari alla Fondazione potrebbero pensare di recidere addirittura il legame con Ardeyn!”
Il suo tono sembra alzarsi e guardando sul tavolo Solomon nota la bottiglia di liquore e un altro bicchiere vuoto, dato il livello del liquido anche lui deve aver attinto prima che tu arrivasse.

Fahrenheit 451
Fahrenheit 451

Solomon non sa da quando Mark si trovi lì ma nota che vicino alla bottiglia c’è una copia di Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, un’edizione piuttosto vecchia.
“La questione si sta facendo parecchio complessa” dice Mark “Dovremo riuscire a capire quanto la Fondazione é a conoscenza di questi accadimenti”.
Poi fa una pausa vedendo che Solomon si massaggia la tempia.
“Mi serve che lei sia lucido” e, in modo più deciso, ti rinnova l’invito a bere il whisky.
Solomon rifiuta gentilmente la proposta di whisky affermando che ha bisogno di restare lucido e gli racconta di come la Fondazione stia facendo indagare i diversi casi di risvegliati
“Al momento non abbiamo ancora affrontato nessuna ricorsione anche se credo avverrà molto presto” conclude Solomon.
“Mai traslato e avete indagato un sacco!” dice Mark “Interessante! Questo farebbe pensare a due possibili trame: o sanno che lei è un infiltrato o non hanno idea di cosa stia accadendo”
Si ferma un attimo a pensare appoggiandosi alla scrivania “Uhm, propendo per la seconda, da quanto mi ha detto”.
“E non penso” continua Mark “che abbiano a che fare con gli strani comportamenti degli agenti dell’OSR visto che mi ha raccontato che praticamente tutte le operazioni in cui l’hanno coinvolta sono state di salvataggio e gli agenti dell’OSR vi hanno spesso ostacolato o, peggio, ferito”.
“Molto curiosa anche la loro modalità di buttare sul campo elementi senza addestramento, molto azzardato, vedo che, alcuni comportamenti sono radicati nell’essenza della Fondazione” sembra più che parli tra sé e sé.
Mark riferisce a Solomon che molte cose stanno mutando, e molto rapidamente, “Gli scenari si stanno facendo più cupi, è necessario riuscire a fare chiarezza, la stessa OSR brancola nel buio”.
“Se da un lato le apparizioni ci destavano forti preoccupazioni per gli effetti sulla popolazione di non risvegliati…”
Mentre lui parla la testa di Solomon comincia a pulsare, gli pare di avere la gola secca e si scopre ad osservare il bicchiere e la bottiglia con molto più interesse rispetto a prima.
“…questo il motivo della tua operazione sotto copertura alla Fondazione” continua a parlare Mark “dall’altro questa breccia nella sicurezza della OSR ci ha lasciati atterriti”.
Mentre parla, il suo superiore, gira per la stanza.
“Dovremo rivedere la sua…” ma si interrompe e fissa Solomon.
“Lei sta sudando, come le dicevo ha bisogno di liquidi, è testardo o solo astemio? Se preferisce le posso prendere anche dell’acqua!”
Effettivamente mentre Mark gli parla Solomon incomincio ad avere la vista annebbiata oltre al fatto che sta sudando in maniera copiosa.
Senza pensarci due volte afferra il bicchiere e beve.
Solomon sia sta chiedendo a quale gioco stia giocando Mark, ha la sensazione che gli stia elargendo informazioni con il contagocce.
Fin da quando l’OSR lo ha preso sotto la sua ala protettrice il suo unico scopo è stato quello di trovare i responsabili della Fondazione per la morte dei suoi genitori.
Si è offerto in questa missione ad alto rischio proprio perché poteva finalmente avvicinarsi alla Fondazione.
Mentre pensa a tutto questo rivolge un ampio sorriso a Mark (in realtà Solomon si sente abbastanza nervoso) e gli chiede di concludere la precedente frase.
“Dovremmo rivedere la sua posizione alla luce di questo comportamento” riprende Mark “mi pare quindi di capire che la vostra permanenza alla Fondazione non si stata molto lunga”.
“Dalla descrizione che mi ha fatto, la Fondazione vi ha utilizzato per andare a salvare nuovi risvegliati o per capire il motivo della loro improvvisa dipartita e noi che credevamo che sarebbe stato per i consueti tre-quattro mesi alla Fondazione!”.
“Dei novellini buttati sul campo, incredibile!” ripete scuotendo la testa “Ho sempre trovato molto curioso il loro agire fuori dagli schemi!”.
“Avete scoperto diverse cose mi ha detto, scatolette con strani segni inviate ai risveglaiti attacati, il tentativo di cattura del bambino degli Hundoff, le particolarità degli accadimenti, decisamente parecchie scoperte, niente male!”
“Cosa ne pensa del grande capo? Come si è comportata Katherine con voi?”
Solomon è d’accordo con Mark “Per essere totalmente franco, il capo della Fondazione si è comportata in maniera molto avventata mandando allo sbaraglio individui assolutamente non preparati, dall’altro canto rimane sempre molto vaga sulle motivazioni che spingono la Fondazione ad agire in questo modo” fa un pausa.
“Basta vedere come abbiano “perso” sul campo recentemente una loro neo agente”.
“Mark il tempo stringe non posso permettermi il lusso di investire altro tempo in questa ricorsione” dice Solomon “Quali sono le mie direttive e le regole di ingaggio?”
“Se conosco un minimo Katherine” dice sorridendo Mark “non credo proprio che abbiate perso qualcuno sul campo, ho visto gente tornare dalla tomba e portare avanti un suo piano”.
Mentre parla Solomon sente un formicolio alle estremità ma non ci fa caso, a volte accade nelle traslazioni, pensa.
“Mi rendo conto che lei abbia fretta, ma non mi sembra il caso di preoccuaparsi, almeno che non aspettasse qualche visita galante in piena notte!”
Mark passeggia e controlla l’orologio.
“A tal proposito” riprende “E’ ora di parlare del nuovo incarico ma, per farlo è venuto il momento che lei conosca alcuni dettagli importanti su ciò che sta accadendo…” fa una pausa “…ancora un momento” dice ricontrollando l’orologio.
“Ecco!” esclama “Ora si può procedere!”. Poi rivolto a Solomon “Non mi dica che la suspence l’ha impietrita!”  e scoppia a ridere.
Solomon realizza con orrore che, a parte gli occhi e la bocca, tutto il suo corpo è immobile.
Mark supera la scrivania che li divideva, si avvicina e gli gira intorno.
“Perfetto direi!” dice compiaciuto “vede, Solomon, il vostro pittoresco gruppo si stava avvicinando troppo alla verità e siamo dovuti correre ai ripari”.
“Ora lei sarà il primo agente della Fondazione a scoprire il segreto che c’è dietro allo strano ammutinamento all’interno dell’OSR”.
Detto questo dà un colpo allo schienale della sua sedia e Solomon deduce che ci abbia appicciato qualcosa.
Improvvisamente la sedia fa un click e, improvvisamente si alza.
“Mi segua, se così si può dire” e comincia a camminare davanti a lui.
La sedia, con sua grande sorpresa, fluttuando a una trentina di cm da terra, si mette in moto e lo segue.

Laboratorio
Laboratorio

Cammina tra enormi ampolle e strani disposivi che sembrano quelli presi da un set cinematografico per un film su un’opera di Verne o di Wells.
“Vede Solomon” dice camminando “Ci siamo domandati a lungo come far crollare il delicato equilibrio che è venuto a crearsi sulla Terra a seguito della scoperta delle ricorsioni poi abbiamo capito che abbiamo sempre sbagliato prospettiva”.
I tuoi occhi si muovono incessantemente in tutte le direzioni ma il luogo non ha niente che ti faccia venire in mente un’idea.
“Se non potevemo intervenire sulle ricorsioni, potevamo farlo sui risvelgiati! E quindi abbbiamo cambiato strategia”.

Cryo chamber
Cryo chamber

Arrivati in un’enorme stanza di cui non si vedono i soffitti si ferma. Alle pareti sono presenti molte di quelle che sembrerebbero culle per affrontare un viaggio interstellare.
Alcune sembra che siano “abitate”.
Al centro della stanza ci sono una serie di macchine che sono composte, ognuna, da una specie di struttura ottonata e reticolare a forma di imbuto rovesciato collegata ad un grosso cilindro nel quale, all’interno di un liquido giallasto galleggia un ammasso molliccio vagamente rosa.
Mark va dietro Solomon, posa le mani sul suo schienale e fa girare la sedia
Solomon vede così tutta la stanza: “Ecco agente Solomon” Mark fa un ampio gesto con la mano “ecco il tanto ricercato segreto!” mentre ruota la sedia Solomon vede che in realtà molte culle sono piene e, con molto stupore, gli pare anche di riconoscere la faccia di alcuni degli occupanti.
“Sono alcuni di quegli agenti dell’OSR che ci hanno attaccato!” pensa.
“Immagino che stia iniziando a capire” dice Mark ricominciando a camminare e facendo posizionare la sedia vicina ad una delle macchine al centro della stanza.
“Ora un attimo di pazienza e tutto sarà finito”.
Solomon sente qualcosa che gli viene posato sulla testa e immagina sia il reticolo a forma di imbuto rovesciato che aveva visto prima.
Un ago, di una siringa collagata al contenitore di acqua giallastra, gli preleva un po’ di sangue dal braccio.
“Bene, ora le giro la sedia così può ammirare lo spettacolo” dice girandoti verso il contenitore.
Ciò che gli si para davanti scioglie ogni tuo ultimo dubbio, la massa gelatinosa si sta modificando ad un ritmo molto sostenuto, sta prendendo la forma di una umanoide, e dopo una decina di minuti, Solomon nota con orrore che staa guardando il suo corpo dall’esterno.
Solomon è appena stato clonato.
“Noti l’ironia della cosa, continuerà a fare l’infiltrato solo che ora gioca in un’altra squadra!”
Il corpo è quasi completamente formato.
“Ora occorre solo qualche piccola modifica ai suoi ricordi e avremo una perfetta copia di lei con più convinizioni e meno dubbi” dice ridendo.
“Ah! A proposito, se intanto che finisco vuole esprimere qualche preferenza sulla collocazione della sua culla” continua a ridere.
Salomon sente che sta armeggiando con qualche dispostivo alle sue spalle ma non capisce quale.
Sposta lo sguardo verso il contenitore e,con orrore, fissa una copia esatta del suo corpo.
La macchina a cui Solomon e il suo clone sono collegati emette un suono e lui sente la retina che gli era stata appoggiata alla testa sollevarsi.
Il contenitore cone il clone si svuota dal liquido che viene risucchiato all’interno della macchina.
Il clone di Solomon è tenuto per per ascelle, sospeso e completamente nudo, all’interno della camera che lo ha generato.
A Solomon sembra che il clone sia un vestito o, peggio, una mucca macellata appesa ad un gancio.

Mark gun
Mark gun

Mark si avvicina con una specie di pistola che sembra uscita da un film di Flash Gordon.
Nota la preoccupazione sul volto di Solomon “Si rilassi, ci vorrà un attimo e non sentirà niente”.
Detto questo gli punta addosso la pistola e preme il grilletto.
Solomon viene investito da un fascio di raggi che sembano scansionarlo completamente più volte.
Finita l’operazione, Mark collega la pistola alla macchina che ha prodotto il clone e, improvvisamente viene emesso un altro bip.
Numerosi braccini spuntano all’interno della camera cilindrica contenente il clone e, con grande stupore di Solomon, incominciano e ricreare i tuoi vestiti.
“Gran bella feature, vero?” ti dice Mark “Molto comoda, il suo inventore si era stufato di dover vestire i cloni”.
La macchina emette un altro bip e Mark estre un pannello dalla parete esterna del dispositivo e inserisce quella che a Solomon sembra una piccola sfera che sembra fatta di un metallo molto lucente.
“Avere un altro lei non sarebbe così utile” dice Mark notando lo sguardo interrogativo di Solomon “Ora gli modifico qualche ricordo in modo che la sua mente e la sua psiche si muovano su altri percorsi e lui possa servire i suoi compiti senza indugi. Abbiamo quasi finito”.
Nuovo bip e la macchina fa poggiare i piedi per terra al clone.
Il clone esce dalla macchina, fa due passi e si ferma.
Ha gli occhi chiusi, a Solomon fa un effetto decisamente strano vederlo lì, in mezzo alla stanza in piedi, gli sembra di guardarsi da fuori.
“Mi emoziona sempre questa parte” Mark dà un colpetto alla nuca del clone, prende la sua mano e preme un pulsante di un dispositivo che ha in mano.
Improvvisamente si apre un passaggio simile a quello che ha portato Solomon in quello strano posto e lui vede chiaramente la sua camera
Solomon nota una cosa che gli pare molto strana, dalla finestra della piccola stanza pare provenga una luce che lui associerebbe all’alba.
Si chiedi per quanto tempo è stato svenuto. Non gli pareva fosse passato tutto quel tempo.
Mark si volta verso Solomon “Ora lui va di là e diventa lei, si sveglierà nel suo letto e si unirà alla sua squadra, poi ne ucciderà qualcuno e me ne porterà qualcun altro. Facile no? Prossimo passo: la Fondazione!”.
Fa un passo e poi sorridendo “Non si preoccupi, tra poco torno, ha scelto la culla?”.
Ridendo entra nel portale con il clone e poco dopo il portale si chiude.
Solomon resta solo in quello strano posto.
Muove gli occhi e si guarda intorno per quanto gli è possibile, la sala, oltre alla parete di culle piene e culle ancora vuote, è veramente grande, gli ricorda un hangar ma pieno zeppo di macchinari.
Sente un certo formicolio a mani, piedi e collo, la droga che gli è stata somministrata comincia a indebolire i suoi effetti, ma non riesce ancora a muoversi.
Solomon sta facendo le sue considerazioni sul fatto che gli sta tornando un lieve mal di testa quando sente, in lontananza, dei passi.
“Non sembrano quelli di Mark!” pensa, i passi provengono dalle sue spalle.
La loro cadenza è calma e regolare.
Chiunque sia non sta correndo e neanche camminando di soppiatto.
La cosa comincia a preoccuparlo “Chi diavolo se ne va a spasso in un posto come questo?” pensa.
I passi si fanno più vicini, li sente arrivare da dietro.
“Maledizione! Continuo ad essere immobile!”
Sempre più vicini, è ormai evidente “Sta venendo da me” pensa Solomon.
I passi, in effetti, nel silenzio più totale, si avvicinano sempre di più a lui.
Ormai sono vicinissimi e poi, improvvisamente, si fermano.
Chiunque stesse camminando è di poco dietro di lui, è fermo e aspetta.
“Cosa diavolo sta facendo” pensa Solomon.
Guardando nel vuoto si rivolgo all’entità alle sue spalle chiedendogli “E’ un bello spettacolo osservare un uomo drogato e legato ad una sedia?”.
Mentre lo dice cerca con tutte le forze di ruotare corpo e sedia verso la presenza ma nulla si muove.
“Eccoti qui, dunque”
“E’ la voce di una donna!” pensa Solomon.
“Tu sei il burattino dell’OSR che ha finalmente visto i fili e li ha seguiti fino a vedere la mano, giusto?” dice lei in tono canzonatorio.

Renee Montoya
Renee Montoya

La donna si muove per mettersi davanti a lui.
Quella che vede di fronte a sè è decisamente una donna anche se con un outfit curioso: pantaloni neri, camicia bianca e cravatta nera, cappello a falde e trench entrambi blu.
Ma le due cose che più lo lasciano perplesso sono la strana pistola che impugna nella destra e il fatto che là dove dovrebbe esserci un volto, con occhi, naso e bocca in realtà mostra della pelle liscia, come fosse il volto scarno di un manichino contornato di lunghi capelli scuri.
“Buongiorno agente, mi chiamo Renee Maria Montoya” e poi guardandolo meglio “Vediamo, cosa abbiamo qui?”
“Ok, ti hanno drogato, come ti senti?”
“Non riesco a muovermi ma incomincio a sentire la sensibilità alle mani, ai piedi e al collo” le dice Solomon.
“Bene” dice lei “cominciamo a risolvere questa cosa”.
Armeggia nel suo trench e ne estrae una fialetta verde fosforesente.
“Ora l’avvicino alla tua bocca”
Solomon nota che gli sta parlando ma è molto guardinga, sta facendo attenzione che non arrivi nessuno “tu la bevi e dopo ti sentirai di nuovo in forze, ma il mal di testa ti resterà quello è una delle conseguenze di aver utilizzato un varco improprio, sei decontestualizzato, e andrà sempre peggio”.
Poi, sempre guardandosi intorno, aggunge “Dobbiamo sbrigarci, il tuo Mark potrebbe tornare da un momento all’altro!”
La donna avvicina la fiala alla bocca di Solomon.
Guardandola dritto in quello che possiamo chiamare volto Solomon le dice: ”Non ho altra scelta…..immagino?!?!” quindi trangugia la fialetta.
Mentre aspetta che faccia il suo decorso incomincia a fare qualche domanda sul luogo in cui si trovano, sul fatto che abbia una siluette così particolare e soprattutto “Perché mi stai aiutando”.
La strana sostanza gelatinosa che ha bevuto permette a Solomon di sentire i suoi muscoli rinascere, entro pochi secondi tutto il suo corpo, con uno spasmo, Solomon si allerta “Cosa mi hai fatto?!?!?!”.
Lei lo guarda sorridendo e, improvvisamente, tutto il suo corpo torna operativo.
E, come predetto, il mal di testa rimane.
“Tu cosa ne sai di Karum e Cabala Silente?” chiede Renee a Solomon.
Vedendo la sua faccia dubbiosa continua “Ok, andiamo per la versione superbreve, il Karum cerca un modo per distruggere la Terra da secoli, la Cabala Silente cerca di fermarli”.
Fa una pausa per guadarsi intorno “Il tuo Mark lavora per il Karum e, adesso, anche il tuo clone”.
“Ora dobbiamo trovare un modo per fermare Mark e il clone”.
“Mark potrebbe tornare da un momento all’altro” aggiunge “è fondamentale neutralizzarlo e prendere il dispositivo che lo fa traslare”.
Vede che Solomon la sta osservando in silenzio.
“Ah si, la mia faccia, io devo mantenere un certo anonimato nel mio mondo e questa pelle sintetica unita a diversi reagenti, maschera il mio volto, non ti preoccupare sotto ho un viso normale e umano”.
Fa una pausa guardandosi intorno.

London Steampunk
London Steampunk

“Riguardo a questo posto si tratta di una ricorsione nata da letteratura Steampunk, fuori da questo magazzino ci dovrebbe essere una versione molto fumosa di una Londra del XIX secolo da qualche parte”.
Continua a guardarsi intorno, sembra stia cercando qualcosa.
“Io collaboro saltuariamente con la Cabala Silente e con la Fondazione e, quando la prima mi ha chiesto di indagare ho scoperto quello che mi sembrava un piano tremendamente cervellotico, pericoloso e ramificato e sono sicura di non essere ancora arrivata al bandolo della matassa!”
Lo fissa “e poi dobbiamo tornare alla tua realtà, come ti dicevo starai sempre peggio e” fa una pausa, “la fine della storia non ti piacerebbe. Dobbiamo tornare quindi e dobbiamo farlo in fretta”.
“Ok, immagino che tu non abbia con te nulla di, diciamo, letale” schioccando le dita e indicandolo “preferisci dunque la modalità imboscata o quella attacco frontale?”

Ceramic blade
Ceramic blade

Solomon cerca di immagazzinare tutte le informazioni che Renee dice e mentre riacquista il controllo del suo corpo sfila il coltello in ceramica da una tasca nascosta sulla schiena della giacca.
Guardandola dritto negli occhi se si possono chiamare occhi sorridendo le dice: “Opterei per la modalità silenziosa. Io mi occuperò del clone e tu di Mark. Diciamo che il clone non farà una bella fine mentre Mark mi serve vivo perché ho bisogno di alcune risposte”.
“Io mi metterò sulla sedia facendo finta di essere ancora drogato” continua Solomon “poi appena abbassano la guardia, per infilarmi dentro una di quelle culle, abbattiamo il clone e mettiamo fuori gioco Mark che ne dici?”
“Uhm” dice lei “credo che tornerà solo Mark. Di solito fa così, il clone viene posizionato, gli vengono date le ultime istruzioni e poi viene lasciato lì”.
“Comunque procediamo come dici tu, non si aspetta certo che tu sia libero e vigile, ma soprattutto non si aspetta me!”.
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Stanza di Solomon

Il passaggio si chiude dietro le spalle di Mark.
Lui si posiziona di fronte al clone recita una litania e il clone apre gli occhi.
Mark accompagna il clone fin al letto della sua stanza “Solomon mi raccomando stia molto attento, la missione è importantissima, come le ho detto il Karum conta su di lei”.
“I suoi compagni non sospettano nulla, usi la sorpresa a suo vantaggio. L’arma che le ho dato contiene proiettili molto particolari e si ricordi niente paradox!”
“Prenda questa chiave per la zona del prelievo” e gli dà una chiave con la scritta Z3D “Sai come attivarla, vero?”

Karum Gun
Karum Gun

Solomon fa cenno di si con la testa, conosce molto bene quel crypto di estrazione, deve solo trovare la porta segnata e girarla tre volte a destra e tre volte a sinistra per aprire il portale.
Detto questo Mark si gira, saluta e poco dopo Solomon lo vede scomparire in un effetto a spirale.
“I crypto per traslare sono sempre molto scenici” pensa Solomon.
Si sdraia nel letto e, mentre soppesa l’arma, ripercorre tutto ciò che lo ha portato a questa missione sotto copertura.
A tre anni è rimasto solo ed è stato allevato in un istituto poi, all’improvviso Mark si è presentato al suo quattordicesimo compleanno dicendogli di essere uno zio di suo padre.
Lo ha preso con sè e, da quel giorno, è cominciato il suo addestramento.
Questa è la sua undicesima missione.
La più difficile, c’è anche la sua storia in ballo.
Le sue origini.
Essere inserito in un gruppo così strano e, al contempo, così efficace lo ha lasciato impressionato, anche se, ammette, combattere contro i suoi alleati non è stato, appunto, affatto banale.
Anche tra gli umani ci sono persone di valore ma ora il suo obiettivo è catturare gli altri, fargli fare il lavaggio del cervello e riprogettarli per devastare la Fondazione.
Solo così la Terra potrà essere distrutta e liberare Ruk, la sua patria, per farle riprendere il viaggio verso la meta predestinata.
“Un paradox è andato ma ora Aldo Maria potrebbe rivelarsi un problema” pensa “devo cercare di non trovarmo vicino a lui mentre sparo agli altri”.
Solomon si addormenta ripansando a quanto ritiene fortunato il fatto che Mark lo abbia trovato e preso con sè: “Senza di lui sarei sicurmente finito nelle Giungle Accuminate, su Shome o su qualche altro posto schifoso”.
Cade in un sonno profondo, sorridendo.

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